Dottor Lopriore, ci racconti come si avvia Cardio On Line Europe nel proprio settore e su quali valori sta puntando nel proprio percorso di crescita
Cardio On Line Europe nasce dall’unione tra la mia esperienza professionale come manager ed informatore medico specialist nell’area cardiovascolare e le competenze cliniche di mia moglie, la dottoressa Giulia Dellegrottaglie, unitamente al sodalizio professionale con il dottor Francesco Bux, cardiologo che aveva avuto precedenti esperienze nella telemedicina già nel 1991-92. Fu lui a proporci di testare una rivoluzionaria tecnologia israeliana dedicata alla telecardiologia: si trattava della combinazione di un elettrocardiografo transtelefonico in grado di registrare un elettrocardiogramma a 12 derivazioni e di un computer che, attraverso un trasduttore (accoppiatore acustico), riceveva i segnali biomedici trasmessi via telefono e li decodificava in un tracciato elettrocardiografico a 12 leads. Mettemmo a disposizione dell’ambulatorio di cardiologia dell’Ospedale di Terlizzi il nuovo strumento e il dottor Bux, primario del reparto, insieme ad altri colleghi cardiologi iniziarono ad impiegarlo. Con i primi risultati positivi ottenuti con questi apparecchi, riuscimmo a coinvolgere diversi cardiologi che mi assicurarono il loro appoggio nel proporre ai propri clienti il servizio di telecardiologia perché, sin da allora, la mia intenzione era di proporre un servizio H24, 365 giorni all’anno, proprio come avveniva da anni in Israele.
Il nostro valore aggiunto, da sempre, è quello della consulenza cardiologica in tempo reale. Il 20 maggio 1996, dopo aver esperito tutte le questioni burocratiche fondammo l’allora Cardio On Line Sud e, il 29 giugno 1996, l’avvio del servizio fu battezzato nel Convegno dal titolo “Cuore e Telematica”, dove parteciparono sia i dirigenti della multinazionale Israeliana Aerotel (in primis l’Ing. Pelcman, ideatore del servizio, coadiuvato dagli Ing. Del Vecchio e Borgotallo, esperti del sistema), che numerosi opinion leader nel campo della cardiologia. Il target del momento era rappresentato dai pazienti cardiopatici e dai medici di medicina generale che accolsero di buon grado l’avvento del nuovo servizio e soprattutto l’effettuazione in live di elettrocardiogrammi. Resta pietra miliare, nell’ottobre del 1996 un articolo pubblicato dal periodico dell’Ordine dei Medici di Bari a firma del dottor Bux, intitolato “Dottore, usi il cardiotelefono”, nel quale veniva consigliato ai medici di aggiungere nella borsa anche un cardiotelefono! Già nel 1997 acquisimmo come nostri clienti ben 250 medici che acquistarono l’apparecchio con ben 200 refertazioni elettrocardiografiche incluse. All’epoca non avevamo ancora la Centrale Operativa proprietaria e quindi stipulammo un accordo di partnership con il Centro Diagnostico Italiano organizzando un servizio 24 ore su 24 con un cardiologo che rispondeva in tempo reale. Pian piano il servizio si diffuse, ci avvicinammo anche agli ospedali pugliesi e ad alcuni distretti territoriali delle “USL, unità sanitarie locali”, cui sin da allora offrivamo il servizio in tempo reale H24, 7/7. Fu un periodo di forte crescita personale e professionale, durato ben 8 anni. All’epoca, erogavamo tra 18 e 25 mila ECG annui, già un ottimo risultato perché il servizio era quasi sconosciuto. Proprio per questo, considerato l’inatteso feedback, sin dal 1999 incominciamo ad approcciare le farmacie: siamo stati di gran lunga i primi a “vedere” questo connubio e si partì operativamente dal 2002. C’era una cooperativa (FARPAS, oggi assorbita da CEF, con sede a Brescia) che con noi attivò le prime 80 farmacie creando una prima embrionale forma di apprezzamento per questi nuovi servizi. In effetti la parola e il brand della “Farmacia dei Servizi” lo abbiamo creato noi nel giugno 2002 organizzando il convegno “La Farmacia dei servizi – Le nuove frontiere della Telemedicina- Telecardiologia in Farmacia” ideando quindi di fatto quella che poi è divenuta comunemente la “farmacia dei servizi”. Anche quella giornata, che ricordo con molta emozione, effettuammo con grande successo, alla presenza di un centinaio di farmacisti, ECG in “live mode” che convinsero la maggior parte dei partecipanti ad attivare il servizio. Posso dire con molta fierezza che abbiamo fatto conoscere la mia regione nel mondo della telemedicina. E non è tutto, infatti, grazie ad un accordo tra la stessa Regione Puglia, una nota casa farmaceutica (Pfizer) e Cardio On Line Europe, nel 2004 decidiamo di compiere il grande passo e di realizzare il nostro “sogno”, attivando in house un Centro Servizi proprietario garantendo un presidio H24, 7/7, con lo scopo di erogare un servizio di telecardiologia preospedaliera, e non prima di aver dotato tutte le postazioni del servizio di emergenza regionale 118 dell’elettrocardiografo israeliano. Dopo il primo triennio sponsorizzato da Pfizer con risultati eccellenti per noi, per l’immagine della casa farmaceutica e della Regione Puglia, si decise di proseguire il cammino con la Regione Puglia con una partnership pubblico privato. In quell’epoca, nei primi mesi del 2004 ho la fortuna di conoscere Giuseppe Di Giuseppe, un giovane di valore che decisi immediatamente di coinvolgere nella costruzione della centrale, supportato dai tecnici di Aerotel. Giuseppe è diventato subito l’anima di questa azienda, non solo per le sue capacità e competenze informatiche ma anche per le sue esperienze di gestione del personale e, ancor più, per la sua poliedrica peculiarità manageriale che si è affinata nel tempo e tuttora ci lega in un connubio strettissimo. Finalmente l’undici ottobre 2004 parte la nostra centrale operativa a favore del servizio 118 regionale con un servizio H24, 7/7. In quello stesso periodo il dottor Bux, oggi Presidente della SIT della sezione Puglia, da primario del reparto di cardiologia viene promosso dall’allora Presidente della Regione ad espletare compiti amministrativi e gestionali, scalando i vertici della sanità pugliese sino a diventare (nel 2007) Direttore Generale dell’A.Re.S. Puglia. In pratica, la persona giusta al punto giusto. E’ proprio lui che, visti gli ottimi risultati ottenuti con la telecardiologia, crea la rete dell’emergenza denominata “rete dell’infarto”, prima in Italia. In cosa consiste? In caso di paziente con sintomatologia tipica, l’ambulanza, una volta arrivata sul posto, esegue l’ECG con l’ausilio della telecardiologia e, a diagnosi di infarto acuto del miocardio ricevuta dalla centrale operativa di Cardio On Line Europe, accompagna il paziente presso il più vicino ospedale dotato di emodinamica, bypassando il pronto soccorso. È una riorganizzazione geniale, apparentemente lapalissiana, ma in realtà si dimostra una rivoluzione. Da studi e pubblicazioni cliniche successive, abbiamo tempi medi di 41 minuti dalla chiamata al 118 all’angioplastica primaria cioè al tavolo operatorio, con picchi eccezionali di interventi chirurgici entro 20 minuti. Il servizio incominciò a prendere piede. ogni anno crescevamo passando dai circa 1000 ECG/mese del primo anno, ai 1.900 ECG/mese il secondo anno, e così fino anche a 13.000 ECG/mese. Il nostro nome cresce e la Regione Puglia scala “posizioni” diventando la prima Regione in Italia perché abbatte del 50% la mortalità da infarto. Iniziano a parlarne televisione e giornali e siamo invitati nei maggiori congressi anche internazionali (ricordo l’Health Forum di Atene del 2014, il Mobile World Congress di Barcellona e poi Lussemburgo, Berlino, Roma). A questo riguardo sono fiero delle tante pubblicazioni a livello mondiale proprio sulla telecardiologia nell’emergenza e mi soffermo in particolare sull’opera scientifica svolta dal professor Brunetti, oggi direttore della clinica universitaria di cardiologia di Foggia e che nel 2004, come cardiologo segue e conosce “sul campo” tutta la nostra storia. Si avvicendano governi regionali di ogni schieramento politico e per 11 anni tutti indistintamente apprezzano il servizio di telecardiologia grazie al quale la Puglia finalmente primeggiava.
In 11 anni di servizio abbiamo effettuato per il 118 circa 900.000 elettrocardiogrammi tutti refertati in tempo reale con consulenza cardiologica “on line” e già nel primo mese ci furono oltre 800 ECG tra cui alcuni infarti che contribuirono a far percepire il valore enorme del servizio a tutta la categoria. I più entusiasti furono proprio gli operatori del 118 perché avevano un supporto validissimo per soccorrere immediatamente i pazienti.
Nonostante questa esperienza così totalizzante, non abbiamo mai trascurato il dialogo e la creazione di progetti con le altre categorie e tipologie di partners. Nel 2015 succede che il Policlinico di Bari prende direttamente in carico l’esercizio della telecardiologia nell’emergenza e noi perdiamo il nostro maggior cliente, pari all’85% circa di fatturato. Avendo creduto nella crescita della telecardiologia, già dal 2011 avevamo investito nella nuova struttura con annessa Centrale Operativa e non potevamo assolutamente perderci d’animo. Nemmeno in quel brutto momento! Negli anni avevo personalmente maturato la consapevolezza che la telemedicina non è categoria-dipendente, ma imprenditore-dipendente quindi non è il settore (medicina del lavoro, casa di riposo, clinica o medico di medicina generale o farmacia) ma è il titolare di questi esercizi a decidere se investire nella telemedicina e favorire i propri clienti, oppure rimanere in un’ottica di alienante tipo conservativo. E questo mi ha fatto riflettere sulla strategia.
Fu allora che decidemmo di dedicarci al segmento delle farmacie in modo ancor più deciso. Nel mentre acquisiamo clienti top level come Marina militare ed Aeronautica militare che ci affidano i servizi di telecardiologia. Cardio On Line Europe, nel 2016, istituisce una divisione estero grazie alla spinta del contratto con la SAIPEM, per la gestione del servizio di telecardiologia con refertazione in tempo reale e consulenza cardiologica on line in lingua inglese a favore di tutte le piattaforme e navi petroliere esistenti nel mondo. Dal 2015 ad oggi sono così arrivati risultati ancor più importanti, e non vogliamo fermarci. Con oltre 1.800 clienti, con circa 200.000 ECG e 45.000 Holter solo nell’ultimo anno (con un totale refertato di circa due milioni e mezzo di elettrocardiogrammi e 200.000 Holter) abbiamo conseguito risultati che oggi nessuno può vantare. Ne è prova il fatto che molte aziende importanti che costruiscono dispositivi e sviluppano le proprie piattaforme di telemedicina, hanno deciso – per la propria necessità di erogare servizi di refertazione – di affidarsi a noi, Roche, D-Heart, Corman, Abintrax, CGM, Doctor Shop, Cardioline solo per citarne alcune mentre sempre più importanti aziende come Leonardo S.p.A. oltre prestigiosi distributori farmaceutici come Comifar, CEF, Spem, VIM e catene di Farmacie come Farmagorà, Alioth, Mizar, NeoApotek, hanno deciso di diventare nostri partner per la telemedicina. Oggi, nei mesi di maggiore impegno (tipicamente da settembre a novembre) arriviamo a sviluppare anche punte di 1.800 ECG in un giorno, con una punta record di 29.277 ECG refertati nel mese di Ottobre 2022, oltre ai circa 4000 Holter/mese destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi.
Dottore, Lei è un entusiasta ed è una persona trasparente. Lo vedo dai suoi slanci: non è stato semplice arrivare qui e ora. Tante riflessioni e tante sfide da raccogliere, con momenti di svolta in cui avete dovuto compiere scelte coraggiose. Cosa è la Cardio On Line Europe per lei?
Oggi la società conta 27 dipendenti e 40 cardiologi. Dal 2004 ad oggi la società può vantare il fatto che il servizio non è mai stato sospeso, senza alcuna interruzione. Merito dell’esperienza e delle tecnologie che sono state messe a disposizione, che garantiscono questo tipo di servizio di eccellenza. Inoltre, il personale è estremamente stabile: tra i collaboratori, ci sono molte persone che sono con noi da 18, 20, 22, 24 anni: crediamo nella squadra, siamo un’azienda dove tutti i dipendenti remano nella stessa direzione, questo il cliente lo sente e lo percepisce fortemente, soprattutto per quanto riguarda il supporto, tecnico e non solo, la nostra immagine verso il mondo esterno delle imprese clienti e dei pazienti come terminale ultimo del beneficio. Non ho la pretesa di aver creato l’isola felice, ma sono certo che siamo una famiglia ancor prima di essere un team e questo è indubbiamente il senso compiuto dei miei e dei nostri sforzi.
Quale è il vostro approccio al mercato della Sanità?
Come detto prima, il nostro valore aggiunto è quello della consulenza cardiologica in tempo reale. La telemedicina non è uguale per tutti. A noi piace distinguerci e lo facciamo invitando le aziende e i partners qui in sede da noi. Parliamo solo con chi decide di comprendere la grande differenza che esiste tra le piattaforme cloud delocalizzate e una struttura che opera con una visione completa del paziente, del contesto, e che si muove come unità organica, con una voce unitaria. Pensiamo che la gestione del servizio debba basarsi su questo e su numerose altre componenti di qualità che altri rispetto a noi non possono avere, perché il nostro cardiologo opera qui in team, nella nostra centrale, avendo a disposizione il telefono per interloquire col farmacista o con l’utente o col medico; vede arrivare un ECG e in contemporanea sente, vede, valuta anche i fattori di rischio, le schede anamnestiche, il contesto ambientale e le patologie pregresse. Noi non ci limitiamo alla mera descrizione di quello che risulta da un asettico tracciato, non evitiamo le conclusioni diagnostiche. Se arriva un ECG che mostra fibrillazione atriale, devi sapere se quel paziente è già fibrillante oppure trattarsi di una fibrillazione di nuova insorgenza: il referto può essere rispettivamente normale o patologico grave e pertanto, solo conoscendo “la storia” del paziente, il cardiologo indirizza l’utente verso l’intervento corretto, garantendo appropriatezza diagnostica. Non sono affatto d’accordo invece sul differimento della refertazione, soprattutto se referti dopo 2, 12 o 24 ore e sa perché, dottor Luciani? Perché siamo da sempre convinti dell’idea che non abbia molto senso comunicare ad un paziente a distanza di 24 ore che ieri aveva un infarto in corso! Non trova che sia un forte controsenso in un momento in cui Medici non se ne trovano, gli ospedali sono al collasso, allorquando le farmacie sono divenute un Hub sempre più di riferimento tra il cittadino ed una sanità in crisi?
I pilastri per il mercato del futuro sono diversi. Uno è certamente la farmacia dei servizi, ma voglio essere chiaro: delle 22.000 farmacie esistenti, dobbiamo considerare due tipologie di farmacisti: c’è chi dispensa medicinali in attesa di ricevere richieste e chi invece decide di essere farmacista imprenditore. Oggi se non appartieni a quest’ultima categoria, la tua farmacia è destinata a chiudere o essere assorbita. Ma attenzione perché i gruppi finanziari che acquistano farmacie scontano una carenza di competenza tecnica specifica, basando spesso le proprie scelte su concetti troppo aziendalistici.
Altro asse portante del futuro sarà quello dell’assistenza domiciliare. Occorrerà anche qui affrontare problematiche abbastanza importanti perché il sistema ADI si basa soprattutto su gare pubbliche, quindi non parla di servizi ad alto valore aggiunto. Si avrebbe necessità di personale qualificato, oggi categoria rarissima perché gli infermieri sono stati requisiti dagli ospedali e gli OS o OSS non sono ancora in grado di espletare servizi “innovativi”. Con il P.N.R.R. sarà avviata finalmente una piattaforma nazionale e le piattaforme regionali di secondo livello. Confido in un potenziale accordo tra medici di medicina generale e organizzazioni che si occupano di assistenza domiciliare per collaborare a beneficio dei pazienti. La consegna di dispositivi tecnologici ai pazienti privati non mi convince: come svolgere la formazione? Come verificare l’impiego e l’evoluzione per i senior fragili, spesso scarsamente scolarizzati? Ecco, se il pubblico facesse partnership col privato, come già successo nella nostra esperienza con il 118, allora sì che si potrebbe osservare l’efficacia di una sinergia tra società dell’assistenza domiciliare per la trasmissione di parametri vitali e di una centrale tecnica che smista allarmi grazie al proprio personale medico all’interno, coadiuvando tutti questi servizi.
Per noi, infine, terzo pilastro del mercato è la collaborazione con Enti e Università per la ricerca scientifica. In particolare, ci affascina lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Diciamo che ne parla troppo e spesso anche con leggerezza. Per l’intelligenza artificiale intesa seriamente e come rivoluzione a beneficio della Sanità, occorreranno i dati e noi su questo vogliamo e possiamo dare un contributo sostanziale. Abbiamo ricevuto visita dal Politecnico di Bari e di importanti aziende multinazionali che sono entusiaste della nostra presenza forte e di lunga data. Senza tralasciare che abbiamo voluto creare una centrale specificamente rivolta alla telerefertazione degli Holter, con le sue peculiarità di tempo, silenzio, concentrazione. Abbiamo da anni una convenzione in essere con l’IRCSS Miulli di Acquaviva, in particolare grazie alla collaborazione con il Prof. Grimaldi, un luminare nel campo delle ablazioni delle aritmie. Questa convenzione fa sì che la qualità delle nostre trattazioni degli Holter vengano all’attenzione anche del mondo accademico perché è soprattutto la qualità a contare, al di là delle tempistiche.
Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di Cardio On Line Europe a queste sfide strategiche?
Cardio On Line Europe è la prima società a livello nazionale che nel 2009 si certifica ISO9001 e ISO27001 per il settore della refertazione e consulenza cardiologica on line, che ancora oggi purtroppo non tutti possono vantare. Si parla di dati sensibili, di GDPR e quindi dovrebbe essere indispensabile. Con Cardioline SpA, società leader in Italia nel campo dei dispositivi elettromedicali per la cardiologia, abbiamo contribuito alla realizzazione della piattaforma più performante esistente per soddisfare le esigenze di telemedicina sul territorio, andando ben oltre ogni concept delle piattaforme esistenti, basate su un paradigma ospedaliero con i suoi bug e le sue limitazioni. La risposta sulle sfide strategiche della digitalizzazione e dell’innovazione deve essere contestualizzata all’argomento, perché parlando di salute e di medicina d’emergenza l’approccio è proprio quello di scegliere tecnologie che siano validate certificate registrate e più vicine possibile alla sensibilità del 100% a differenza di soluzioni commercializzate con margini attesi di errore del 25% alias un referto su quattro sarà condizionato da errori della macchina. Questo non è accettabile! Per noi digitalizzazione è in primis innovazione culturale e più si propaga alla telemedicina (che è diventato un asset, uno strumento dove il valore aggiunto, unitamente allo strumento che hai a disposizione è che tu abbia il cardiologo sempre a disposizione) più ne saremo positivamente influenzati. La vera innovazione è stata proprio quella di iniziare un processo culturale. L’utente medio italiano oggi sa che per andare in palestra occorre il certificato medico: può recarsi nella sua farmacia di fiducia, ricevere il referto da presentare al suo Medico e risolvere il problema, facendo (per la legge dei grandi numeri) anche prevenzione.
Per noi la vera rivoluzione è diffondere il concetto stesso di telemedicina che poi alla base deve avere tutta una serie di caratteristiche di autorevolezza e garanzia. Uno dei momenti di svolta di Cardio On Line Europe, è stato proprio il cambio di tecnologia che abbiamo effettuato passando da una tecnologia analogica ad una completamente digitale, lasciando il nostro quasi ventennale sodalizio con il produttore israeliano per stringere nel 2018 la partnership con Cardioline. E’ bastato pensare di affrontare questo upgrade per i nostri 1.800 clienti a rappresentare una vera svolta non solo sotto l’aspetto tecnologico ma anche sotto quello meramente culturale, perché in quel momento venivano cambiati i concetti ormai standard che erano alla base di un sistema analogico, mentre il nuovo sistema totalmente digitale consentiva loro immediatezza di refertazione, maggiore qualità degli esami prodotti, dei referti e dell’intero processo. Non meno importante è stato l’approccio con il personale laico – da noi adeguatamente formato – in grado di eseguire ECG di livello ospedaliero: è proprio questo il momento in cui la digitalizzazione ha permesso di fare un salto importante, anche nel diffondere e far apprezzare una “cultura diversa” da parte di utenti che agivano mnemonicamente. La vera svolta è stata quella di insegnare ai nostri clienti ad apprezzare questa metodica.
Ciò detto, l’asset strategico più importante è la sicurezza. Non solo riferita ai referti prodotti che contemplano una serie di caratteristiche e di peculiarità oggi uniche di Cardio On Line Europe, quali l’osservanza dei Regolamenti Europei in termini di privacy (EU 679/2016), di strong signature (910/2014) apposta su ogni risultato, nella tracciatura digitale della tecnologia utilizzata per eseguire la prestazione, della release del software utilizzata, la possibilità di customizzare i referti con il brand del provider intermedio, unitamente a SLA di refertazione che ci vedono più unici che rari nel panorama nazionale ed internazionale. A tutto questo si aggiunga la sicurezza offerta anche agli specialisti refertanti fisicamente presenti nella Centrale Operativa, in termini di sistemi infrastrutturali ridondati elettrici, telefonici ed informatici, software di analisi certificati ed a Norma di Legge, piattaforme intuitive e funzionali. Il tutto frutto di una scelta imprenditoriale audace e visionaria, nel voler offrire ad ogni nostro cliente un servizio con implicite caratteristiche che lo rendono sicuro, affidabile ed inattaccabile.
Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?
La SIT è la evidente dimostrazione che l’empatia fra le persone spesso risulta davvero fondamentale. Abbiamo conosciuto il professor Gaddi ed a seguire il suo staff, a cominciare dal Vice Presidente dottor Cipolla, dall’Avv. Rabbito e dal dottor Fracasso, mio storico amico. E ora sto conoscendo anche lei con la sua squisita educazione… Del Professor Gaddi ne abbiamo immediatamente apprezzato non solo la caratura scientifica e la sua grande cultura a fronte di una umiltà ben lontana dallo stereotipo comune; parlandoci, nelle sue parole traspare passione e desiderio di fare bene. Questo ha subito catturato la nostra attenzione e pertanto abbiamo deciso di voler partecipare proattivamente al Congresso tenuto on line nell’autunno 2021. Nell’occasione abbiamo riscontrato che quell’entusiasmo, quella euforia, ci ha dato un contributo di spinta alla consapevolezza della nostra qualità e forza. Il pilastro è stata la fiducia reciproca e la sinergia che è nata tra persone che fondamentalmente non si conoscevano tra loro ma che si sono rispettate dal primo momento. Devo riconoscere che è stato merito di questa condivisione, lasciarci convincere che effettivamente il frutto di 26 anni di lavoro svolto ininterrottamente con la stessa passione e serietà è finalmente maturo ed è riconosciuto da persone che hanno titoli e “voce”. Da tutto ciò deriva la forte volontà di sostenere e di partecipare proattivamente al Congresso Internazionale del 2023.
Pensiamo di poter dare un contributo forte alla struttura delle nuove regolamentazioni che dovranno disciplinare la pratica della telemedicina a favore della popolazione tutta. Per passare da una telemedicina sperimentale, incidentale e su carta a quella che deriva dall’impiego quotidiano e costante, nella realtà della società civile e nel rapporto con la classe medica, da 26 anni di gestione ininterrotta di un servizio di telecardiologia H24, 7/7 in ogni contesto clinico, operativo e geografico che, ad oggi, ha salvato la vita a centinaia di persone e migliorato la qualità di vita di migliaia di altre.
Forse si potrà far di meglio Eugenio, difficilmente con maggior passione.