Risultati e prospettive: il Congresso Internazionale SIT, nel racconto dei protagonisti.

Alicja Warmusz, Senior Business Solution Manager e-Health, ci ha dedicato una piacevole riflessione e offerto l’occasione di ascoltare le impressioni di una multinazionale che da alcuni anni è molto attiva e ben voluta in Italia.
Comarch è stata tra i protagonisti dell’evento, con una postazione nell’area espositiva e una relazione scientifica incentrata sulle soluzioni proposte in Italia. Ci piacerebbe iniziare questa riflessione con il vostro racconto della prima “International Bologna Consensus Assembly” dello scorso 10 e 11 marzo.

 

Siamo davvero felici di aver partecipato all’evento “International Bologna Consensus Assembly”. I temi trattati sono di assoluta importanza sia dal punto di vista strategico per le singole aziende così come per tutto il paese.
È proprio grazie a eventi come questo che possiamo dare voce alle nostre idee e cercare di delineare, insieme agli enti erogatori, proposte per realizzare progetti innovativi che possono dimostrare il vero valore della Telemedicina nella prevenzione, diagnosi e cura.

Quali sono i vostri suggerimenti sulle tematiche da sviluppare e approfondire dalla Società Italiana di Telemedicina e dalle altre Società Scientifiche nella prossima edizione del Congresso?

 

Sicuramente i temi principali saranno ancora una volta incentrati sui cambiamenti relativi al PNRR. È di fondamentale importanza fare il punto della situazione a pochi mesi da alcune scadenze importanti. Penso che potrebbe essere il momento giusto per tirare alcune somme e vedere quali lezioni abbiamo imparato a distanza di una anno.
Un altro tema fondamentale sarà sicuramente l’Intelligenza Artificiale. Bisognerà rispondere alle domande di quando, come e dove utilizzarla nel mondo della sanità digitale.

 

Voi siete un’azienda globale, con sedi in tutti i Continenti ed una visione internazionale sin dalla nascita. Come affrontate la sfida della Medicina Digitale e dell’approccio alle nuove tecnologie nel contesto della politica sanitaria in Italia e nel contesto europeo?

 

Comarch è una software house multinazionale con la missione di supportare le aziende nel percorso di trasformazione digitale, fornendo software proprietario, consulenza, e servizi di messa a punto e integrazione.
In ambito healthcare, da più di 10 anni forniamo soluzioni digitali per aiutare il personale sanitario a migliorare la qualità delle cure dei pazienti.
Il know-how di Comarch in ambito healthcare parte dall’esperienza diretta della gestione di iMed24, la nostra clinica polispecialistica e centrale operativa di telemonitoraggio. In iMed24 testiamo e portiamo valore alle nostre soluzioni prima che queste vengano proposte al mercato globale.

In conclusione, ci racconti quali sono i vostri piani di sviluppo strategico. Quali segmenti e quali azioni prioritarie vi vedranno protagonisti nei prossimi 12 mesi?

 

Crediamo fortemente che il 2023 è un anno fondamentale per adeguamenti legislativi e regolatori in Italia. Questo significa però che bisogna muoversi adesso. Sappiamo quanto è lungo il processo della trasformazione digitale: dall’identificazione dei bisogni alla messa in opera del progetto, passando dalla sperimentazione e la validazione del nuovo modello operativo.
In Comarch abbiamo deciso di aiutare i nostri clienti in tutte le fasi della progettazione, testing e validazione, aiutando le aziende a definire sin da subito KPI chiari e in grado di definire la chiave del successo.
Nel frattempo stiamo sviluppando nuove soluzioni soprattutto in ambito cardiologico e per la diagnosi delle apnee notturne. Entrambi con una forte componente di Intelligenza Artificiale in grado di supportare al meglio il personale sanitario.

Emozioni e prospettive: il Congresso Internazionale SIT un mese dopo, nel racconto dei protagonisti.

Abbiamo raggiunto Cardio On Line Europe e il suo Direttore Generale, Claudio Lopriore, per ascoltare le impressioni e i suggerimenti da parte dei protagonisti dell’evento.

Dottor Lopriore, ci racconti le Vostre sensazioni e i momenti più significativi della Vostra esperienza alla prima International Bologna Consensus Assembly

Gentilissimo dottor Luciani, carissimo Eugenio, è difficile descrivere in poche righe le sensazioni che il primo Congresso internazionale SIT ha suscitato in me. E la risposta è implicita nella grandissima partecipazione, nel panel degli argomenti trattati, nelle tavole rotonde intrise non solo di cultura ma anche di innumerevoli spunti di riflessione. L’organizzazione è stata pressocché perfetta, ottima la logistica e la distribuzione degli espositori; la location, unitamente alla qualità dei servizi resi da Avenue Media, sono indubbiamente state all’altezza delle aspettative. Infine, questo Congresso mi ha dato la possibilità di conoscere (finalmente in presenza) tante persone e di incontrare numerosi professionisti, tra i quali proprio lei Eugenio. Vuol conoscere uno dei momenti più significativi? Senza ombra di dubbio c’è stato l’attimo in cui, in qualità di rappresentante del Comitato d’Onore della SIT, sono stato invitato sul palco dal Professor Gaddi, insieme al Dottor Maurizio Cipolla, all’Avvocato Chiara Rabbito e ad altri importanti luminari. Nel momento in cui ho dovuto tirar fuori le parole per i ringraziamenti, non ho saputo tener freno alle emozioni che trasudavano dal cuore ancor prima che dalle labbra. Raccontare, negli attimi che ho avuto a disposizione, la storia della mia Azienda e del perché in quel momento fossi lì, è stato suggestivo ed a tratti toccante anche per me che ascoltavo le mie stesse parole. Questo Congresso SIT mi ha personalmente donato tanto.

Quali sono i temi che ha sentito più diffusi e quali invece secondo Lei potranno essere meglio approfonditi in futuro da SIT?

I temi più diffusi ascoltati e di cui ho avuto il piacere di assistere alla presentazione di slides sono quelli strettamente connessi alla Telemedicina, quella erogata nel senso più etimologico della parola: senza andare lontano, la stessa telemedicina che ho la presunzione di gestire da più di un quarto di secolo. In realtà, e non vuole essere una critica ma un input per approfondimenti, c’è una cosa che vorrei dirle nella sua qualità di co-leader nella programmazione del Congresso: forse c’è stata una multidisciplinarità di argomenti uno più importante dell’altro, convogliati però in un intervallo temporale forse troppo ristretto: difficile partecipare, fatto salvo il dono dell’ubiquità a me certamente non riservato, in più sale contemporaneamente per non “perdere” nozioni di estremo interesse. Auspico davvero venga proposta una cineteca contenente tutti gli interventi, magari multimediale visto che parliamo di SIT con tanti link ai relatori ed alle loro presentazioni. Si è parlato di Telemedicina, esplosa in devices, AI, diritto giuridico, antropologico, etico e tanto altro. Mi sta domandando cosa andrebbe approfondito in futuro da SIT? Beh, direi tutto, ma in modo più lineare e temporalmente tangibile. La Telemedicina non è più un ausilio a disposizione del cosmo sanitario, piuttosto è divenuta un must imprescindibile non più a solo supporto del medico o dell’operatore sanitario, bensì a completamento di ogni disciplina “colpita” dalla perentoria progressione tecnologica ed informatica.

A proposito di Tele-Farmacia, come Cardio On Line Europe affianca i professionisti e quali servizi proponete?

Cardio On Line Europe nasce nel 1996 con la mission di diffondere la Telemedicina. Nel Giugno 2002 organizza il primo convegno con una cooperativa di farmacisti incorporata qualche anno fa da una delle più grandi Cooperative italiane, il cui titolo era “La Farmacia dei Servizi”. Ha capito bene Eugenio, la stessa sequenza di parole poi ripresa anni dopo da Federfarma per “coniare” e siglare l’emblema di un sistema futuristico da presentare alle Farmacie ma che noi praticavamo già da anni. Nel 2004 abbiamo realizzato una Centrale operativa di Telemedicina fisicamente presidiata da tecnici e cardiologi 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno. Siamo certificati ISO9001, ISO27001, ISO22301 ed abbiamo sistemi elettrici, telefonici ed informatici ridondati su tre livelli di sicurezza… Disaster recovery, full compliance con i Regolamenti Europei (p.e. 679/2016 – GDPR, 910/2014 – eIDAS), omogeneità di refertazione, integrazione con il sistema TS e piattaforme già pronte ad alimentare il FSE, costituiscono solo alcune delle peculiarità dell’Azienda che mi onoro dirigere. I nostri Clienti coprono l’arco della sanità a 360 gradi, abbiamo annoverato per 11 anni il 118 della Regione Puglia, mentre oggi eroghiamo servizi di refertazione esami nelle modalità di telemedicina a Marina Militare italiana, Aeronautica Militare italiana, Leonardo, istituti penitenziari, case di cura, case di riposo, poliambulatori, MMG e, core business, le farmacie. Negli anni abbiamo maturato know-how e background tali da affiancare i farmacisti (ma non solo loro) nella gestione di situazioni di normalità, ma anche in momenti in cui la sintomatologia dei pazienti è correlabile all’emergenza urgenza. Perché oggi in farmacia ci si reca anche per questo… Sa Eugenio, la farmacia, vuoi per la fiducia che il cliente/paziente nutre nei confronti del farmacista, vuoi per la sua capillarità sul territorio ed il suo essere la prima interfaccia tra un sistema sanitario ormai al collasso e la salute del cittadino, sarà sempre più un punto di riferimento, vedi quanto contenuto nel D.M.77 e del suo imminente e progressivo applicamento. Alle farmacie noi offriamo servizi di Telemedicina nella accezione più pura del termine, erogando loro il servizio di Telecardiologia, fruibile 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, con l’esecuzione di elettrocardiogrammi, refertati in tempo reale con consulenza cardiologica “on line”, Holter pressori refertati in 45 minuti dall’arrivo tutti i giorni dell’anno e Holter cardiaci, refertati in un tempo massimo di 48 ore dalla ricezione. Spinti dalle costanti richieste dei nostri Clienti, abbiamo esteso il portfolio dei servizi ampliando l’offerta con l’introduzione di nuovi servizi quali spirometria, screening OSAS e monitoraggi cardio respiratori. A breve partiremo con ecografie polmonari per la valutazione dei danni provocati dal COVID. Ciò a cui ambiamo non è verticalizzare ogni servizio, ma performare ed erogare ciò che sappiamo fare al meglio delle nostre possibilità.

Medicina Digitale: come vinciamo la sfida posta dall’evoluzione del contesto italiano ed europeo per la politica sanitaria?

Sappiamo bene che la Medicina Digitale comprende software e prodotti hardware basati su prove cliniche di efficacia, intesi a realizzare misure ed interventi a favore della salute umana. Il termine “Digital Health”, riferito all’applicazione di tecnologie digitali ed alla gestione della salute e dei processi che la interessano, viene in genere utilizzato come termine comprensivo di tutte le tecnologie, per tale motivo spesso percepito come vago e potenzialmente confondente. Come vinciamo la sfida posta da questa evoluzione per la politica sanitaria? Beh, prima di tutto io partirei dalla rivisitazione di un nuovo metodico approccio culturale tra i vari soggetti coinvolti nell’ecosistema digitale. In secondo luogo metterei attorno allo stesso tavolo chi deve preoccuparsi degli aspetti legislativi e normativi che interconnettono la teoria alla pratica, specialmente quando gli ambiti sono eterogenei tra loro. I tempi sono maturi e va evidenziato che la telemedicina si va evolvendo in maniera molto rapida e che si sta trasformando in sanità digitale e virtuale: i vantaggi sono prontamente comprensibili (non solo sul piano economico) per la possibilità di modificare l’approccio alla diagnosi e alla cura delle malattie. Usare gli strumenti della telemedicina per sviluppare un sistema di sanità virtuale e digitale può essere una via per ottimizzare e rendere più efficiente, ad esempio, la prassi delle visite mediche di routine, primo perché si possono ridurre i costi degli spostamenti fisici dei pazienti e poi perché si può arrivare ad un sistema di monitoraggio del paziente personalizzato e continuo. Inoltre, la crescente gamma di variabili sanitarie tracciate dai dispositivi wearable, può portare a grandi cambiamenti nella prevenzione di disturbi cronici come, giusto per rimanere in tema, le malattie cardiache. La misurazione continua permetterà di stabilire quali sono gli schemi normali per un individuo per quanto riguarda frequenza cardiaca e respirazione. E questo aiuterà (direttamente ed indirettamente) gli utilizzatori ed i loro medici a riconoscere in anticipo importanti deviazioni nello stile di vita, prima che si sviluppi una malattia. Rivoluzione! Ma convincere i pazienti al cambiamento non sarà facile e, per come la immagino io, la vera transizione digitale la si avrà nel prossimo futuro, proprio nel momento in cui i giovani di oggi saranno gli anziani di domani. Ci vorrà ancora un salto generazionale per consentire non solo la consapevolezza di aver aderito al cambiamento, ma di accettare che AI e ML siano parti integranti della quotidianità.

foto CARDIO ON LINE EUROPE

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INTERMED: intervista al Dott. Mauro Comotti

Dottor Comotti, vorrei che ci presentasse la sua azienda. Come nasce Intermed e quali sono i Vostri target principali?

INTERMED nasce nel 1996 da un’idea dei soci fondatori che già operavano nella distribuzione nazionale dei dispositivi medici. L’azienda sin dall’inizio della propria attività si è focalizzata nei principali segmenti di mercato della sanità.

Il nostro vasto catalogo di prodotti ci ha consentito di essere una tra le aziende di riferimento del settore in ambito medico ospedaliero, in orto-sanitaria e in farmacia.

Recentemente, anche grazie agli sviluppi della Medicina Digitale, INTERMED si è orientata verso la distribuzione di prodotti e servizi attinenti a questa nuova frontiera della medicina, implementando il range delle proprie soluzioni con un’attenzione particolare alle nuove tecnologie presenti nei sensori indossabili.

A tal proposito abbiamo, da oltre un anno, siglato un accordo di esclusiva per il territorio italiano con Biobeat, un’importante azienda israeliana che produce degli innovativi dispostivi medici indossabili, certificati CE e approvati FDA.

Qual è la sua visione strategica per la Medicina Digitale del futuro a breve e medio termine?

I contributi legati al PNRR dovrebbero finalmente facilitare il vero e proprio inizio della Medicina Digitale ma poi sarà necessario continuare in questo percorso e migliorare le procedure di cura dei pazienti, per non sprecare quanto di buono è stato fatto.

La tecnologia attuale è in grado di aiutare molto la medicina basata sull’evidenza e consentirà di sviluppare, attraverso l’Intelligenza Artificiale, la Medicina Predittiva e di Precisione che sarà il vero e proprio traguardo a cui si dovrà ambire per perfezionare le cure evitando costose nuove ospedalizzazioni specialmente dei pazienti con patologie croniche.

E’ inoltre importante sottolineare i ruoli del medico, del personale infermieristico e dei case managers che dovranno conoscere e sfruttare al meglio la Salute Connessa integrando le loro conoscenze e competenze medico scientifiche con un nuovo modus operandi.

È stato un piacere avere Intermed tra i nostri partner. Ci racconti le Vostre sensazioni e i momenti più significativi della Vostra esperienza alla prima International Bologna Consensus Assembly

Per INTERMED è stata la prima esperienza con la SIT ed è stata importante non solo per i contatti che stiamo sviluppando, ma anche per i temi trattati nelle aule dai relatori presenti, che ci aiuteranno a comprendere meglio la trasformazione digitale del nostro servizio sanitario e a incrementare la nostra conoscenza e il nostro portafoglio di soluzioni e servizi.

Quali sono i temi che ha sentito più diffusi e quali invece secondo Lei potranno essere meglio approfonditi in futuro da SIT?

Tra i tanti temi trattati da voi in modo approfondito, uno in particolare sta concentrando la nostra attenzione: la continuità assistenziale ovvero la gestione Ospedale/Territorio

A nostro avviso è un argomento delicato sul quale dovrà essere posta maggiore attenzione poiché è strettamente legato al concetto di Medicina Predittiva e Preventiva.

Riguardo i temi e i focus da approfondire in futuro da SIT, personalmente sono da sempre un sostenitore della collaborazione tra aziende e società medico-scientifiche.

Sono fermamente convinto che una stretta “liaison” tra le parti possa portare ad un accrescimento comune e generare contenuti innovativi negli eventi da voi organizzati, mantenendo elevata l’egida scientifica.

 

 

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Cardio On Line Europe: dalla passione mediterranea un esempio di competenza e professionalità senza confini

Dottor Lopriore, ci racconti come si avvia Cardio On Line Europe nel proprio settore e su quali valori sta puntando nel proprio percorso di crescita

Cardio On Line Europe nasce dall’unione tra la mia esperienza professionale come manager ed informatore medico specialist nell’area cardiovascolare e le competenze cliniche di mia moglie, la dottoressa Giulia Dellegrottaglie, unitamente al sodalizio professionale con il dottor Francesco Bux, cardiologo che aveva avuto precedenti esperienze nella telemedicina già nel 1991-92. Fu lui a proporci di testare una rivoluzionaria tecnologia israeliana dedicata alla telecardiologia: si trattava della combinazione di un elettrocardiografo transtelefonico in grado di registrare un elettrocardiogramma a 12 derivazioni e di un computer che, attraverso un trasduttore (accoppiatore acustico), riceveva i segnali biomedici trasmessi via telefono e li decodificava in un tracciato elettrocardiografico a 12 leads. Mettemmo a disposizione dell’ambulatorio di cardiologia dell’Ospedale di Terlizzi il nuovo strumento e il dottor Bux, primario del reparto, insieme ad altri colleghi cardiologi iniziarono ad impiegarlo. Con i primi risultati positivi ottenuti con questi apparecchi, riuscimmo a coinvolgere diversi cardiologi che mi assicurarono il loro appoggio nel proporre ai propri clienti il servizio di telecardiologia perché, sin da allora, la mia intenzione era di proporre un servizio H24, 365 giorni all’anno, proprio come avveniva da anni in Israele.

Il nostro valore aggiunto, da sempre, è quello della consulenza cardiologica in tempo reale. Il 20 maggio 1996, dopo aver esperito tutte le questioni burocratiche fondammo l’allora Cardio On Line Sud e, il 29 giugno 1996, l’avvio del servizio fu battezzato nel Convegno dal titolo “Cuore e Telematica”, dove parteciparono sia i dirigenti della multinazionale Israeliana Aerotel (in primis l’Ing. Pelcman, ideatore del servizio, coadiuvato dagli Ing. Del Vecchio e Borgotallo, esperti del sistema), che numerosi opinion leader nel campo della cardiologia. Il target del momento era rappresentato dai pazienti cardiopatici e dai medici di medicina generale che accolsero di buon grado l’avvento del nuovo servizio e soprattutto l’effettuazione in live di elettrocardiogrammi. Resta pietra miliare, nell’ottobre del 1996 un articolo pubblicato dal periodico dell’Ordine dei Medici di Bari a firma del dottor Bux, intitolato “Dottore, usi il cardiotelefono”, nel quale veniva consigliato ai medici di aggiungere nella borsa anche un cardiotelefono!  Già nel 1997 acquisimmo come nostri clienti ben 250 medici che acquistarono l’apparecchio con ben 200 refertazioni elettrocardiografiche incluse. All’epoca non avevamo ancora la Centrale Operativa proprietaria e quindi stipulammo un accordo di partnership con il Centro Diagnostico Italiano organizzando un servizio 24 ore su 24 con un cardiologo che rispondeva in tempo reale. Pian piano il servizio si diffuse, ci avvicinammo anche agli ospedali pugliesi e ad alcuni distretti territoriali delle “USL, unità sanitarie locali”, cui sin da allora offrivamo il servizio in tempo reale H24, 7/7. Fu un periodo di forte crescita personale e professionale, durato ben 8 anni. All’epoca, erogavamo tra 18 e 25 mila ECG annui, già un ottimo risultato perché il servizio era quasi sconosciuto. Proprio per questo, considerato l’inatteso feedback, sin dal 1999 incominciamo ad approcciare le farmacie: siamo stati di gran lunga i primi a “vedere” questo connubio e si partì operativamente dal 2002. C’era una cooperativa (FARPAS, oggi assorbita da CEF, con sede a Brescia) che con noi attivò le prime 80 farmacie creando una prima embrionale forma di apprezzamento per questi nuovi servizi. In effetti la parola e il brand della “Farmacia dei Servizi” lo abbiamo creato noi nel giugno 2002 organizzando il convegno “La Farmacia dei servizi – Le nuove frontiere della Telemedicina- Telecardiologia in Farmacia” ideando quindi di fatto quella che poi è divenuta comunemente la “farmacia dei servizi”. Anche quella giornata, che ricordo con molta emozione, effettuammo con grande successo, alla presenza di un centinaio di farmacisti, ECG in “live mode” che convinsero la maggior parte dei partecipanti ad attivare il servizio. Posso dire con molta fierezza che abbiamo fatto conoscere la mia regione nel mondo della telemedicina. E non è tutto, infatti, grazie ad un accordo tra la stessa Regione Puglia, una nota casa farmaceutica (Pfizer) e Cardio On Line Europe, nel 2004 decidiamo di compiere il grande passo e di realizzare il nostro “sogno”, attivando in house un Centro Servizi proprietario garantendo un presidio H24, 7/7, con lo scopo di erogare un servizio di telecardiologia preospedaliera, e non prima di aver dotato tutte le postazioni del servizio di emergenza regionale 118 dell’elettrocardiografo israeliano. Dopo il primo triennio sponsorizzato da Pfizer con risultati eccellenti per noi, per l’immagine della casa farmaceutica e della Regione Puglia, si decise di proseguire il cammino con la Regione Puglia con una partnership pubblico privato. In quell’epoca, nei primi mesi del 2004 ho la fortuna di conoscere Giuseppe Di Giuseppe, un giovane di valore che decisi immediatamente di coinvolgere nella costruzione della centrale, supportato dai tecnici di Aerotel. Giuseppe è diventato subito l’anima di questa azienda, non solo per le sue capacità e competenze informatiche ma anche per le sue esperienze di gestione del personale e, ancor più, per la sua poliedrica peculiarità manageriale che si è affinata nel tempo e tuttora ci lega in un connubio strettissimo. Finalmente l’undici ottobre 2004 parte la nostra centrale operativa a favore del servizio 118 regionale con un servizio H24, 7/7. In quello stesso periodo il dottor Bux, oggi Presidente della SIT della sezione Puglia, da primario del reparto di cardiologia viene promosso dall’allora Presidente della Regione ad espletare compiti amministrativi e gestionali, scalando i vertici della sanità pugliese sino a diventare (nel 2007) Direttore Generale dell’A.Re.S. Puglia. In pratica, la persona giusta al punto giusto. E’ proprio lui che, visti gli ottimi risultati ottenuti con la telecardiologia, crea la rete dell’emergenza denominata “rete dell’infarto”, prima in Italia. In cosa consiste? In caso di paziente con sintomatologia tipica, l’ambulanza, una volta arrivata sul posto, esegue l’ECG con l’ausilio della telecardiologia e, a diagnosi di infarto acuto del miocardio ricevuta dalla centrale operativa di Cardio On Line Europe, accompagna il paziente presso il più vicino ospedale dotato di emodinamica, bypassando il pronto soccorso. È una riorganizzazione geniale, apparentemente lapalissiana, ma in realtà si dimostra una rivoluzione. Da studi e pubblicazioni cliniche successive, abbiamo tempi medi di 41 minuti dalla chiamata al 118 all’angioplastica primaria cioè al tavolo operatorio, con picchi eccezionali di interventi chirurgici entro 20 minuti. Il servizio incominciò a prendere piede. ogni anno crescevamo passando dai circa 1000 ECG/mese del primo anno, ai 1.900 ECG/mese il secondo anno, e così fino anche a 13.000 ECG/mese. Il nostro nome cresce e la Regione Puglia scala “posizioni” diventando la prima Regione in Italia perché abbatte del 50% la mortalità da infarto. Iniziano a parlarne televisione e giornali e siamo invitati nei maggiori congressi anche internazionali (ricordo l’Health Forum di Atene del 2014, il Mobile World Congress di Barcellona e poi Lussemburgo, Berlino, Roma). A questo riguardo sono fiero delle tante pubblicazioni a livello mondiale proprio sulla telecardiologia nell’emergenza e mi soffermo in particolare sull’opera scientifica svolta dal professor Brunetti, oggi direttore della clinica universitaria di cardiologia di Foggia e che nel 2004, come cardiologo segue e conosce “sul campo” tutta la nostra storia. Si avvicendano governi regionali di ogni schieramento politico e per 11 anni tutti indistintamente apprezzano il servizio di telecardiologia grazie al quale la Puglia finalmente primeggiava.

In 11 anni di servizio abbiamo effettuato per il 118 circa 900.000 elettrocardiogrammi tutti refertati in tempo reale con consulenza cardiologica “on line” e già nel primo mese ci furono oltre 800 ECG tra cui alcuni infarti che contribuirono a far percepire il valore enorme del servizio a tutta la categoria. I più entusiasti furono proprio gli operatori del 118 perché avevano un supporto validissimo per soccorrere immediatamente i pazienti.

Nonostante questa esperienza così totalizzante, non abbiamo mai trascurato il dialogo e la creazione di progetti con le altre categorie e tipologie di partners. Nel 2015 succede che il Policlinico di Bari prende direttamente in carico l’esercizio della telecardiologia nell’emergenza e noi perdiamo il nostro maggior cliente, pari all’85% circa di fatturato. Avendo creduto nella crescita della telecardiologia, già dal 2011 avevamo investito nella nuova struttura con annessa Centrale Operativa e non potevamo assolutamente perderci d’animo. Nemmeno in quel brutto momento! Negli anni avevo personalmente maturato la consapevolezza che la telemedicina non è categoria-dipendente, ma imprenditore-dipendente quindi non è il settore (medicina del lavoro, casa di riposo, clinica o medico di medicina generale o farmacia) ma è il titolare di questi esercizi a decidere se investire nella telemedicina e favorire i propri clienti, oppure rimanere in un’ottica di alienante tipo conservativo. E questo mi ha fatto riflettere sulla strategia.

Fu allora che decidemmo di dedicarci al segmento delle farmacie in modo ancor più deciso. Nel mentre acquisiamo clienti top level come Marina militare ed Aeronautica militare che ci affidano i servizi di telecardiologia. Cardio On Line Europe, nel 2016, istituisce una divisione estero grazie alla spinta del contratto con la SAIPEM, per la gestione del servizio di telecardiologia con refertazione in tempo reale e consulenza cardiologica on line in lingua inglese a favore di tutte le piattaforme e navi petroliere esistenti nel mondo. Dal 2015 ad oggi sono così arrivati risultati ancor più importanti, e non vogliamo fermarci. Con oltre 1.800 clienti, con circa 200.000 ECG e 45.000 Holter solo nell’ultimo anno (con un totale refertato di circa due milioni e mezzo di elettrocardiogrammi e 200.000 Holter) abbiamo conseguito risultati che oggi nessuno può vantare. Ne è prova il fatto che molte aziende importanti che costruiscono dispositivi e sviluppano le proprie piattaforme di telemedicina, hanno deciso – per la propria necessità di erogare servizi di refertazione – di affidarsi a noi, Roche, D-Heart, Corman, Abintrax, CGM, Doctor Shop, Cardioline solo per citarne alcune mentre sempre più importanti aziende come Leonardo S.p.A. oltre prestigiosi distributori farmaceutici come Comifar, CEF, Spem, VIM e catene di Farmacie come Farmagorà, Alioth, Mizar, NeoApotek, hanno deciso di diventare nostri partner per la telemedicina. Oggi, nei mesi di maggiore impegno (tipicamente da settembre a novembre) arriviamo a sviluppare anche punte di 1.800 ECG in un giorno, con una punta record di 29.277 ECG refertati nel mese di Ottobre 2022, oltre ai circa 4000 Holter/mese destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi.

Dottore, Lei è un entusiasta ed è una persona trasparente. Lo vedo dai suoi slanci: non è stato semplice arrivare qui e ora. Tante riflessioni e tante sfide da raccogliere, con momenti di svolta in cui avete dovuto compiere scelte coraggiose. Cosa è la Cardio On Line Europe per lei?

Oggi la società conta 27 dipendenti e 40 cardiologi. Dal 2004 ad oggi la società può vantare il fatto che il servizio non è mai stato sospeso, senza alcuna interruzione. Merito dell’esperienza e delle tecnologie che sono state messe a disposizione, che garantiscono questo tipo di servizio di eccellenza. Inoltre, il personale è estremamente stabile: tra i collaboratori, ci sono molte persone che sono con noi da 18, 20, 22, 24 anni: crediamo nella squadra, siamo un’azienda dove tutti i dipendenti remano nella stessa direzione, questo il cliente lo sente e lo percepisce fortemente, soprattutto per quanto riguarda il supporto, tecnico e non solo, la nostra immagine verso il mondo esterno delle imprese clienti e dei pazienti come terminale ultimo del beneficio. Non ho la pretesa di aver creato l’isola felice, ma sono certo che siamo una famiglia ancor prima di essere un team e questo è indubbiamente il senso compiuto dei miei e dei nostri sforzi.

Quale è il vostro approccio al mercato della Sanità?

Come detto prima, il nostro valore aggiunto è quello della consulenza cardiologica in tempo reale. La telemedicina non è uguale per tutti. A noi piace distinguerci e lo facciamo invitando le aziende e i partners qui in sede da noi. Parliamo solo con chi decide di comprendere la grande differenza che esiste tra le piattaforme cloud delocalizzate e una struttura che opera con una visione completa del paziente, del contesto, e che si muove come unità organica, con una voce unitaria. Pensiamo che la gestione del servizio debba basarsi su questo e su numerose altre componenti di qualità che altri rispetto a noi non possono avere, perché il nostro cardiologo opera qui in team, nella nostra centrale, avendo a disposizione il telefono per interloquire col farmacista o con l’utente o col medico; vede arrivare un ECG e in contemporanea sente, vede, valuta anche i fattori di rischio, le schede anamnestiche, il contesto ambientale e le patologie pregresse. Noi non ci limitiamo alla mera descrizione di quello che risulta da un asettico tracciato, non evitiamo le conclusioni diagnostiche. Se arriva un ECG che mostra fibrillazione atriale, devi sapere se quel paziente è già fibrillante oppure trattarsi di una fibrillazione di nuova insorgenza: il referto può essere rispettivamente normale o patologico grave e pertanto, solo conoscendo “la storia” del paziente, il cardiologo indirizza l’utente verso l’intervento corretto, garantendo appropriatezza diagnostica. Non sono affatto d’accordo invece sul differimento della refertazione, soprattutto se referti dopo 2, 12 o 24 ore e sa perché, dottor Luciani? Perché siamo da sempre convinti dell’idea che non abbia molto senso comunicare ad un paziente a distanza di 24 ore che ieri aveva un infarto in corso! Non trova che sia un forte controsenso in un momento in cui Medici non se ne trovano, gli ospedali sono al collasso, allorquando le farmacie sono divenute un Hub sempre più di riferimento tra il cittadino ed una sanità in crisi?

I pilastri per il mercato del futuro sono diversi. Uno è certamente la farmacia dei servizi, ma voglio essere chiaro: delle 22.000 farmacie esistenti, dobbiamo considerare due tipologie di farmacisti: c’è chi dispensa medicinali in attesa di ricevere richieste e chi invece decide di essere farmacista imprenditore. Oggi se non appartieni a quest’ultima categoria, la tua farmacia è destinata a chiudere o essere assorbita. Ma attenzione perché i gruppi finanziari che acquistano farmacie scontano una carenza di competenza tecnica specifica, basando spesso le proprie scelte su concetti troppo aziendalistici.

Altro asse portante del futuro sarà quello dell’assistenza domiciliare. Occorrerà anche qui affrontare problematiche abbastanza importanti perché il sistema ADI si basa soprattutto su gare pubbliche, quindi non parla di servizi ad alto valore aggiunto. Si avrebbe necessità di personale qualificato, oggi categoria rarissima perché gli infermieri sono stati requisiti dagli ospedali e gli OS o OSS non sono ancora in grado di espletare servizi “innovativi”. Con il P.N.R.R. sarà avviata finalmente una piattaforma nazionale e le piattaforme regionali di secondo livello. Confido in un potenziale accordo tra medici di medicina generale e organizzazioni che si occupano di assistenza domiciliare per collaborare a beneficio dei pazienti. La consegna di dispositivi tecnologici ai pazienti privati non mi convince: come svolgere la formazione? Come verificare l’impiego e l’evoluzione per i senior fragili, spesso scarsamente scolarizzati? Ecco, se il pubblico facesse partnership col privato, come già successo nella nostra esperienza con il 118, allora sì che si potrebbe osservare l’efficacia di una sinergia tra società dell’assistenza domiciliare per la trasmissione di parametri vitali e di una centrale tecnica che smista allarmi grazie al proprio personale medico all’interno, coadiuvando tutti questi servizi.

Per noi, infine, terzo pilastro del mercato è la collaborazione con Enti e Università per la ricerca scientifica. In particolare, ci affascina lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Diciamo che ne parla troppo e spesso anche con leggerezza. Per l’intelligenza artificiale intesa seriamente e come rivoluzione a beneficio della Sanità, occorreranno i dati e noi su questo vogliamo e possiamo dare un contributo sostanziale. Abbiamo ricevuto visita dal Politecnico di Bari e di importanti aziende multinazionali che sono entusiaste della nostra presenza forte e di lunga data. Senza tralasciare che abbiamo voluto creare una centrale specificamente rivolta alla telerefertazione degli Holter, con le sue peculiarità di tempo, silenzio, concentrazione. Abbiamo da anni una convenzione in essere con l’IRCSS Miulli di Acquaviva, in particolare grazie alla collaborazione con il Prof. Grimaldi, un luminare nel campo delle ablazioni delle aritmie. Questa convenzione fa sì che la qualità delle nostre trattazioni degli Holter vengano all’attenzione anche del mondo accademico perché è soprattutto la qualità a contare, al di là delle tempistiche.

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di Cardio On Line Europe a queste sfide strategiche?

Cardio On Line Europe è la prima società a livello nazionale che nel 2009 si certifica ISO9001 e ISO27001 per il settore della refertazione e consulenza cardiologica on line, che ancora oggi purtroppo non tutti possono vantare. Si parla di dati sensibili, di GDPR e quindi dovrebbe essere indispensabile. Con Cardioline SpA, società leader in Italia nel campo dei dispositivi elettromedicali per la cardiologia, abbiamo contribuito alla realizzazione della piattaforma più performante esistente per soddisfare le esigenze di telemedicina sul territorio, andando ben oltre ogni concept delle piattaforme esistenti, basate su un paradigma ospedaliero con i suoi bug e le sue limitazioni. La risposta sulle sfide strategiche della digitalizzazione e dell’innovazione deve essere contestualizzata all’argomento, perché parlando di salute e di medicina d’emergenza l’approccio è proprio quello di scegliere tecnologie che siano validate certificate registrate e più vicine possibile alla sensibilità del 100% a differenza di soluzioni commercializzate con margini attesi di errore del 25% alias un referto su quattro sarà condizionato da errori della macchina. Questo non è accettabile! Per noi digitalizzazione è in primis innovazione culturale e più si propaga alla telemedicina (che è diventato un asset, uno strumento dove il valore aggiunto, unitamente allo strumento che hai a disposizione è che tu abbia il cardiologo sempre a disposizione) più ne saremo positivamente influenzati. La vera innovazione è stata proprio quella di iniziare un processo culturale. L’utente medio italiano oggi sa che per andare in palestra occorre il certificato medico: può recarsi nella sua farmacia di fiducia, ricevere il referto da presentare al suo Medico e risolvere il problema, facendo (per la legge dei grandi numeri) anche prevenzione.

Per noi la vera rivoluzione è diffondere il concetto stesso di telemedicina che poi alla base deve avere tutta una serie di caratteristiche di autorevolezza e garanzia. Uno dei momenti di svolta di Cardio On Line Europe, è stato proprio il cambio di tecnologia che abbiamo effettuato passando da una tecnologia analogica ad una completamente digitale, lasciando il nostro quasi ventennale sodalizio con il produttore israeliano per stringere nel 2018 la partnership con Cardioline. E’ bastato pensare di affrontare questo upgrade per i nostri 1.800 clienti a rappresentare una vera svolta non solo sotto l’aspetto tecnologico ma anche sotto quello meramente culturale, perché in quel momento venivano cambiati i concetti ormai standard che erano alla base di un sistema analogico, mentre il nuovo sistema totalmente digitale consentiva loro immediatezza di refertazione, maggiore qualità degli esami prodotti, dei referti e dell’intero processo. Non meno importante è stato l’approccio con il personale laico – da noi adeguatamente formato – in grado di eseguire ECG di livello ospedaliero: è proprio questo il momento in cui la digitalizzazione ha permesso di fare un salto importante, anche nel diffondere e far apprezzare una “cultura diversa” da parte di utenti che agivano mnemonicamente. La vera svolta è stata quella di insegnare ai nostri clienti ad apprezzare questa metodica.

Ciò detto, l’asset strategico più importante è la sicurezza. Non solo riferita ai referti prodotti che contemplano una serie di caratteristiche e di peculiarità oggi uniche di Cardio On Line Europe, quali l’osservanza dei Regolamenti Europei in termini di privacy (EU 679/2016), di strong signature (910/2014) apposta su ogni risultato, nella tracciatura digitale della tecnologia utilizzata per eseguire la prestazione, della release del software utilizzata, la possibilità di customizzare i referti con il brand del provider intermedio, unitamente a SLA di refertazione che ci vedono più unici che rari nel panorama nazionale ed internazionale. A tutto questo si aggiunga la sicurezza offerta anche agli specialisti refertanti fisicamente presenti nella Centrale Operativa, in termini di sistemi infrastrutturali ridondati elettrici, telefonici ed informatici, software di analisi certificati ed a Norma di Legge, piattaforme intuitive e funzionali. Il tutto frutto di una scelta imprenditoriale audace e visionaria, nel voler offrire ad ogni nostro cliente un servizio con implicite caratteristiche che lo rendono sicuro, affidabile ed inattaccabile.

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

La SIT è la evidente dimostrazione che l’empatia fra le persone spesso risulta davvero fondamentale. Abbiamo conosciuto il professor Gaddi ed a seguire il suo staff, a cominciare dal Vice Presidente dottor Cipolla, dall’Avv. Rabbito e dal dottor Fracasso, mio storico amico. E ora sto conoscendo anche lei con la sua squisita educazione… Del Professor Gaddi ne abbiamo immediatamente apprezzato non solo la caratura scientifica e la sua grande cultura a fronte di una umiltà ben lontana dallo stereotipo comune; parlandoci, nelle sue parole traspare passione e desiderio di fare bene. Questo ha subito catturato la nostra attenzione e pertanto abbiamo deciso di voler partecipare proattivamente al Congresso tenuto on line nell’autunno 2021. Nell’occasione abbiamo riscontrato che quell’entusiasmo, quella euforia, ci ha dato un contributo di spinta alla consapevolezza della nostra qualità e forza. Il pilastro è stata la fiducia reciproca e la sinergia che è nata tra persone che fondamentalmente non si conoscevano tra loro ma che si sono rispettate dal primo momento. Devo riconoscere che è stato merito di questa condivisione, lasciarci convincere che effettivamente il frutto di 26 anni di lavoro svolto ininterrottamente con la stessa passione e serietà è finalmente maturo ed è riconosciuto da persone che hanno titoli e “voce”. Da tutto ciò deriva la forte volontà di sostenere e di partecipare proattivamente al Congresso Internazionale del 2023.

Pensiamo di poter dare un contributo forte alla struttura delle nuove regolamentazioni che dovranno disciplinare la pratica della telemedicina a favore della popolazione tutta. Per passare da una telemedicina sperimentale, incidentale e su carta a quella che deriva dall’impiego quotidiano e costante, nella realtà della società civile e nel rapporto con la classe medica, da 26 anni di gestione ininterrotta di un servizio di telecardiologia H24, 7/7 in ogni contesto clinico, operativo e geografico che, ad oggi, ha salvato la vita a centinaia di persone e migliorato la qualità di vita di migliaia di altre.

Forse si potrà far di meglio Eugenio, difficilmente con maggior passione.

foto CARDIO ON LINE EUROPE

Vection Health, Integrated Reality

Vection Health, Integrated Reality

Gianmarco Biagi alla guida della rivoluzione in Sanità con il Metaverso professionale

 

Ingegner Biagi, ci racconti come nasce Vection Health e su quali valori punta nel proprio percorso di crescita

Vection Health, presente in Europa, Stati Uniti, Australia e India, nasce nel 2021 sulla volontà di verticalizzare in ambito sanitario le soluzioni di Vection Technologies. Forti dell’esperienza dell’applicazione nel mondo industriale delle quattro piattaforme trasversali di Mixed Reality, Virtual Reality, Augmented Reality e XR Kiosk su tutta la catena del valore, abbiamo deciso di verticalizzare i contenuti sul mondo Healthcare, in fortissima espansione. Vection Health ha linguaggio e comunicazione diretti verso il mondo della sanità pubblica e privata, con la caratteristica di avere al proprio interno medici e ingegneri in grado di mappare i processi ospedalieri e portare l’applicazione delle tecnologie immersive per efficientare i processi, ridurre i rischi, aumentare la produttività e la professionalità di tutto il personale ospedaliero, mettendo il paziente al centro e garantendogli un forte incremento del servizio con un notevole abbattimento dei costi.

 

Qual è il vostro approccio al mercato della Sanità?

Il mondo della sanità verrà fortemente impattato dalle tecnologie basate sul concetto di IntegratedXR (virtual, augmented e mixed reality) che arriveranno ad integrarsi con i sistemi informativi delle strutture ospedaliere. Abbiamo iniziato diverse sperimentazioni in Australia e in Italia, dove abbiamo avviato collaborazioni con diverse strutture ospedaliere, in particolare con l’Ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino, per la sperimentazione di diverse tecnologie nella formazione e in fase pre-operatoria. Il nostro approccio consiste nella mappatura di più processi all’interno e all’esterno dell’ospedale e nell’applicazione di tecnologie di realtà aumentata e virtuale. La struttura ospedaliera può essere suddivisa in macro processi e per ciascuno vi è l’applicazione più idonea:  Hospitality con applicazioni rivolte al servizio delle persone per agevolare la “indoor navigation”;  pre-operatorio con realtà aumentata per la diagnostica per le immagini, preparazione di training, analisi del pre-operatorio e aspetti informativi per il cliente; operatorio, con delle ottimizzazioni in fase di sperimentazione, checklist, assistenza da remoto, messa in rete di più sale operatorie; post operatorio con setting di informazioni allo staff ospedaliero, gestione della centrale di comando delle ambulanze; infine applicazioni rivolte al contesto dell’assistenza domiciliare.  Grazie alla realtà virtuale oggi si possono ridurre le distanze fino ad azzerarle, unendo più sedi separate anche all’estero, sotto la stessa sede centrale tramite un unico ambiente operativo in realtà virtuale (Metaverso professionale).

 

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio del gruppo Vection a queste sfide, particolarmente rispetto alla Salute e alla Medicina?

Per noi digitalizzazione e innovazione significano integrazione e innalzamento del know-how del personale ospedaliero, accompagnato dall’abbattimento dei tempi, dei rischi e dei costi con un’analisi per processi ed applicazioni di tecnologie XR idonee ed efficaci al processo stesso. Tecnologie innovative quindi, non per sostituire l’uomo, ma per “potenziarlo” e consentirgli di essere più veloce ed efficace nell’analisi e nell’operatività potendo accedere ad un database delle informazioni gigantesco che verrà utilizzato in modo efficace grazie ai sistemi di visualizzazione e iterazione garantiti dalle tecnologie immersive XR di Vection Technologies. Questa è la vera innovazione: raggiungere il potenziamento del servizio e della professionalità, ad un costo relativamente basso. Ci affianchiamo alle Istituzioni/Amministratori Pubblici ed alle aziende Tech già presenti nel sistema sanitario al fine di integrare queste nostre tecnologie nei sistemi formativi e nei processi già esistenti arricchendone il potenziale e la produttività a favore della struttura ospedaliera e del paziente. In epoche di forti finanziamenti, grazie al PNRR, siamo certi di poter dare un forte contributo avendone anche le risorse necessarie.

 

Ci parli dei Vostri progetti strategici per il futuro

I nostri progetti nel mondo dell’Healthcare sono di sviluppo e sperimentazione delle nuove tecnologie in molte strutture ospedaliere già nei prossimi mesi. Seguirà quindi una fase di scalabilità su ogni singola struttura con conseguenti vantaggi importanti. Siamo presenti già in Italia, Europa e Australia e nei prossimi tre anni abbiamo l’obiettivo di portare questo know-how negli Stati Uniti. Stiamo sviluppando piattaforme XR dedicate al mondo della Salute grazie al contributo dei nostri ingegneri che collaborano strettamente con medici, infermieri e clinici al fine di declinare le tecnologie al miglior servizio del paziente. La nostra ambizione, oltre alla scalabilità, è quella di creare dei processi integrati all’interno di un ospedale e tra ospedali, ottenendo in questo modo un forte abbattimento dei costi e rischi di funzionamento della sanità con contestuale innalzamento del livello di qualità delle nostre eccellenti strutture allineandole così a standard internazionali di innovazione che sono già ampiamente diffusi in Paesi come gli Stati Uniti e la Cina.

 

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

SIT è un’istituzione storica, riconosciuta a livello nazionale. Con il Presidente Antonio Gaddi e con la struttura siamo allineati sulla visione di avanzamento tecnologico in ambito sanitario e condividiamo l’attenzione all’approccio digitale in questo settore. Vection Technologies, con la tecnologia e la capacità di implementare e sviluppare i processi, e SIT, con la profonda conoscenza del mondo sanitario dalle singole strutture alla sanità nazionale, stanno collaborando operativamente per sviluppare la sanità del futuro, mettendo al centro il paziente e premiando la professionalità di un’eccellenza mondiale quale la sanità italiana.

 

GPI, Responsabilità, Passione e Tecnologia per i modelli organizzativi della Sanità italiana

Dottor Manzana, ci racconti come nasce GPI e su quali valori punta nel proprio percorso di crescita

Siamo nati oltre 30 anni fa (nel 2023 festeggiamo il nostro 35esimo).
Negli anni ’80 l’informatica galoppava a cifre stratosferiche. Ma gli Ospedali erano il fanalino di coda, la tecnologia faticava a entrare in quel mondo. Gpi è nata per dare risposte alle esigenze che emergevano da quel mondo, ecco le nostre origini. E siamo ancora qui, molto cresciuti, ma sempre con lo stesso obiettivo: stare al fianco degli erogatori dei servizi socio-sanitari mettendo a disposizione soluzioni e servizi che contribuiscano a migliorare la vita delle Persone.

Questo valore costitutivo, l’avere cura della Persona, ci caratterizza da sempre. È una scelta di fondo, un valore portante. Gli altri valori che ci guidano, e ci guideranno anche nel futuro, sono l’Etica, intesa come volontà di agire con correttezza e trasparenza; la Responsabilità, intesa come consapevolezza che ciò che facciamo impatta sulla sostenibilità dei sistemi sanitari e sulla vita dei Cittadini; la Passione, intesa come qualità di fondo necessaria per affrontare le sfide che l’Impresa affronta.

 

Qual è il vostro approccio al mercato della Sanità?

L’accelerazione di consapevolezza sulla necessità di costruire un nuovo modello di sanità impressa dalla pandemia, ci ha restituito un’importante conferma rispetto a coerenza e correttezza della nostra visione del sistema sanitario del futuro.
Le tecnologie informatiche sono necessarie, ma non sufficienti. Fondamentale è invece conoscere le dinamiche e il funzionamento del sistema sanitario e disporre di adeguate competenze e pluriennale esperienza sul campo.
Gpi mette a disposizione la tecnologia, fattore abilitante per concretizzare e implementare servizi/soluzioni, ma anche la capacità di evolvere gli attuali modelli di cura verso modelli di tipo predittivo, proattivo e personalizzato, per mettere al centro il paziente e le sue necessità.

Il percorso che abbiamo tracciato per lo sviluppo segue direttrici precise, che testimoniano e traducono il nostro approccio, la nostra strategia, perché abbiamo deciso dove vogliamo arrivare e stiamo seguendo un percorso chiaro. Perché sappiamo di voler essere sempre più globali, rafforzando il posizionamento a livello internazionale, con focus primario in ambito trasfusionale e di automazione del farmaco;

sempre più protagonisti, consolidando e incrementando la presenza sul mercato nazionale in linea con il modello di innovazione dei modelli di cura; sempre più sicuri e interconnessi: diventando il punto di riferimento in ambito virtual care, mantenendo alta l’attenzione alla sicurezza dei dati sanitari, con un focus particolare sulla Cybersecurity; sempre più innovativi: continuando a investire in innovazione, ricerca e sviluppo, per cogliere le sfide e le opportunità di mercato.

 

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di GPI a queste sfide?

La tecnologia è uno strumento, un mezzo. Il digitale è l’asse portante delle trasformazioni in atto, dal green alla salute. La tecnologia offre opportunità che i mondi dell’economia, della finanza e delle imprese possono/devono cogliere (Next Generation EU e PNRR forniscono le linee guida).

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, peraltro, imprime un’importante spinta al disegno di un modello di sanità più moderno, interconnesso e resiliente agli shock, in contrapposizione con il modello attuale, basato sostanzialmente sulla centralità dell’ospedale come luogo di cura, e sulla risposta sostanzialmente reattiva agli episodi acuti.

Queste ingenti risorse porteranno a un potenziamento della capacità di prevenzione e cura a beneficio di tutti i cittadini, favorendo un accesso equo e capillare alle cure, e alla promozione dell’utilizzo di tecnologie innovative nella medicina. Il piano prevede, infatti, di finanziare le strutture territoriali, potenziando i servizi di assistenza domiciliare, anche attraverso strumenti di telemedicina e l’applicazione delle nuove tecnologie.

Gpi opera all’interno di questo contesto ed è uno dei player di riferimento. Il nostro approccio continua e continuerà a essere coerente con i valori che ci caratterizzano: fare Impresa creando benefici sociali e ridistribuendo il valore che produciamo.

Guardiamo al benessere della collettività come “motore” dell’innovazione di sistema a vantaggio di tutti i portatori di interesse.

 

Ci parli dei Vostri progetti più rilevanti per il futuro

Le aree di innovazione e ricerca di Gpi sono orientate all’intelligenza artificiale e al contributo che può dare in materia di deep learning, machine learning, reti neurali e One Health.
POHEMA, la nostra soluzione dedicata al Virtual care certificata MDR, è una piattaforma componibile di software servizi e dispositivi indossabili che consente la stratificazione della popolazione secondo la piramide di Kaiser, l’arruolamento del paziente in base al suo stadio e in base ai programmi di intervento regionali o locali, e l’erogazione di servizi di telemedicina e care management in grado di garantire continuità terapeutica.

 

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

Il Virtual Care e la telemedicina in generale rappresentano un asset della GPI ed allo stesso tempo materia di evoluzione e innovazione, così come la storia recente ci dimostra che si tratta di strumenti potenti arruolabili nei processi di evoluzione del SSN, soprattutto nelle sue dimensioni territoriali. La SIT è un interlocutore importante, perché fa il suo lavoro di Società Scientifica, stimola il livello istituzionale, normativo, ma allo stesso tempo stimola gli interlocutori sul mercato, che non possono costruire soluzioni efficaci, in assenza di confronti, così come è un interlocutore delle associazioni. In questo contesto GPI, operatore di mercato, che produce tecnologia e modelli organizzativi per il Virtual Care, trova e può continuare a trovare nella SIT un luogo di confronto nodale, di sintesi e di scoperta dei limiti e del potenziale ancora nascosto.

 

 

Care Map, CompuGroup Medical presenta il direttore d’orchestra per il patient journey

Ingegner Pravettoni, ci racconti come nasce CGM e su quali valori punta nel proprio percorso di crescita

CompuGroup Medical SE & Co. KGaA (CGM) è un’azienda di sanità elettronica leader a livello mondiale che progetta e realizza soluzioni software per aiutare ambulatori medici, farmacie, studi odontoiatrici, ospedali, e istituzionali sanitarie nelle attività mediche ed organizzative.

La storia di CompuGroup Medical inizia nel 1997 dalle parole del suo fondatore Frank Gotthardt: “Nobody should suffer or die because at some point medical information was missing.”

In virtù di questa vision, possiamo davvero dire che oggi CGM è l’unica realtà della Sanità Elettronica in Italia che, grazie alla tecnologia interconnessa, è in grado di agevolare la relazione tra cittadini-pazienti con medici e farmacie ovunque si trovino. L’azienda raggiunge 30 milioni di cittadini tramite le farmacie clienti e tramite i servizi di consegna a domicilio e 20 milioni di Fascicoli Sanitari Elettronici grazie ai propri software.

CGM in Italia, inoltre, si propone quale partner strategico di sistema, anche agli interlocutori istituzionali, con una mission volta a soddisfare gli obiettivi del PNRR: porre la tecnologia – e la conoscenza che essa può generare attraverso la condivisione di informazioni strutturate – al servizio del cittadino-paziente e del Sistema Sanitario Nazionale e di tutti i professionisti sanitari.

La presenza nel Gruppo di CGM TELEMEDICINE, la divisione dedicata alle tecnologie in ambito telemedicina, rappresenta la risposta di CGM alla sempre più crescente domanda di soluzioni informatiche professionali e certificate a supporto dei processi di prevenzione, diagnosi e monitoraggio che potranno essere svolti anche a distanza, a domicilio e quindi più tempestivamente

Qual è il vostro approccio al mercato della Sanità?

In Italia, CGM fornisce soluzioni software e servizi a 30.000 utenti, tra medici di medicina generale, pediatri, farmacie, medici specialisti e poliambulatori, oltre che ad amministrazioni pubbliche, Ospedali/Asl e pazienti. In virtù di questo posizionamento, CGM è l’unica realtà della Sanità Elettronica in Italia a raggiungere, al contempo, cittadini/pazienti, medici e farmacie, e a integrare percorsi di prevenzione e cura a beneficio sia degli operatori sanitari che degli assistiti.

In aggiunta, con oltre 20 anni di esperienza nella progettazione, sviluppo e consulenza di soluzioni integrate Software/Piattaforme e Hardware/Dispositivi, la divisione CGM TELEMEDICINE realizza soluzioni di Telemedicina integrate, modulari e scalabili, progettate per semplificare la presa in carico e gestione del paziente, ridurre le ri-ospedalizzazioni, avvicinare le pratiche sanitarie in prossimità dell’assistito e monitorare pazienti cronici al proprio domicilio.

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di CGM a queste sfide?

La tecnologia non deve mai essere fine a sé stessa; il nostro approccio è quello di progettare tecnologia per gli operatori sanitari, creando l’ambiente di lavoro ideale per svolgere il proprio mestiere: prendersi cura di chi ne ha bisogno.

Grazie all’innovazione e alla digitalizzazione integriamo e miglioriamo i processi rendendo disponibili informazioni cliniche o amministrative nel modo e nel tempo più idoneo, nel rispetto della sicurezza e a tutela della privacy. Nell’ambito della telemedicina, grazie alle soluzioni certificate medical device IIa, supportiamo ospedali pubblici e privati nei processi post-ricovero e riabilitativi, ad esempio con dei verticali specifici per in ambito cardiologico, oltra alla gestione di assistiti con cronicità anche informatizzando Centrali Operative multidisciplinari e multilivello per il coordinamento e gestione delle attività di telemonitoraggio e per l’esecuzione al domicilio di esami in telerefertazione; inoltre abbiamo accompagnato ASL e Regioni nella gestione ed erogazioni di prestazioni in telemedicina realizzando la sanità di prossimità. Chiaramente supportiamo anche le farmacie e ambulatori nella gestione integrata di prestazioni di telemedicina con complete soluzioni di Point of Care e specifici verticali di telemonitoraggio per tipologia di patologia.

Le specificità della piattaforma CGM CARE MAP che coordina e connette tutte le attività citate consentono di rispondere alle esigenze di un approccio integrato, modulare e scalabile; infatti consente di attivare i moduli di presa in carico e di telemedicina necessari per il caso d’uso specifico, integrare soluzioni pre-esistenti e di adattarsi alle necessità tipiche sia del piccolo ambulatorio, sia della struttura complessa come può essere un grande ospedale, regione o centrale operativa.

Ci parli dei Vostri progetti strategici per il futuro

A fianco al costante supporto agli operatori sanitari, da tempo investiamo nella digitalizzazione di diversi “patient journey” che permettono al paziente ad esempio di gestire agevolmente percorsi come la prenotazione di una visita medica, la gestione di una prescrizione elettronica, la prenotazione e consegna del farmaco, il monitoraggio di parametri vitali fino al follow-up finale. In particolare, con le soluzioni di CGM TELEMEDICINE è già possibile supportare in maniera coordinata ed integrata modelli di erogazione sia classici che innovativi, cito ad esempio: PDTA che prevedono attività in telemonitoraggio, o diagnostica con refertazione remota integrata alle attività in farmacia, ambulatorio o assistenza domiciliare. I modelli di erogazione possono essere completi e distribuiti o più semplicemente gestire l’erogazione di specifiche soluzioni specialistiche personalizzate (ad es. per patologia), cooperanti con altre applicazioni di CGM o di terze parti; il tutto a vantaggio sia dell’operatore sanitario e sempre più anche dell’assistito che beneficia di percorsi di prevenzione, diagnosi e cura integrati, completi e fruibili.

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: perchè questa collaborazione?

Condividiamo completamente le finalità di SIT: lavorare in maniera coordinata per la “crescita culturale e professionale dei Medici e degli Operatori sanitari nel campo della Telemedicina, nonché migliorare l’erogazione e della fruizione dei servizi sanitari a favore dei Cittadini, contribuendo così all’innalzamento della loro qualità di vita”.

Tali finalità si traducono anche in attività di condivisione e diffusione di best-practice maturate non più solo durante brevi o isolate fasi “pilota” ma anche da esperienze ormai consolidate e “a regime”; da qualche tempo, infatti i clienti serviti da CGM, sia che essi siano ospedali pubblici o privati, regioni, farmacie, ambulatori, Italiani o internazionali ecc. hanno, chi prima e chi dopo, introdotto stabilmente prestazioni in telemedicina nei propri programmi di cura; questo ha permesso a CGM TELEMEDICINE di affrontare nel tempo e superare tante sfide organizzative, tecnologiche, di processo che possono essere messe a fattor comune favorendo una più rapida diffusione consapevole, efficiente ed efficace della telemedicina, nello spirito che contraddistingue la SIT.

I casi di successo esistono in tutti gli ambiti di prevenzione, diagnostica e cura e non occorre sempre re-inventare ma è possibile far tesoro dell’esperienze.

Alberto Pravettoni

Innovazione, integrazione ed esperienza: la value proposition di H4D

Dottoressa Barbangelo, ci racconti come si avvia H4D nel proprio settore e su quali valori sta puntando nel proprio percorso di crescita

Innovazione, integrazione ed esperienza. Direi che queste sono le parole chiave che racchiudono la value proposition di H4D (Health 4 Development).

Quello che H4D si propone di fare in Italia è l’avvio di progetti di Telemedicina clinica, un concetto ancora poco conosciuto. Ad oggi vi sono infatti numerosi esempi di telemonitoraggio/teleassistenza, videoconsulenza, ben lontani dal nostro modello di servizio.

La tecnologia di H4D consente di effettuare una vera e propria visita in real time con un medico, riproducendo grazie ai nostri devices medicali di ultima generazione quanto accade generalmente in un ambulatorio medico.

Il software che genera i dati sanitari è unico in Italia ad essere registrato come devices medicale di classe IIa ed ecco che arriviamo dunque al concetto di integrazione. I dati H4D sono infatti integrabili con quelli ad esempio delle aziende sanitarie, una bella innovazione in un momento che vede un grande focus ed investimenti nella sanità pubblica in questo settore.

Infine, l’esperienza. La nostra realtà è nata 15 anni fa a Parigi. Abbiamo dunque il know-how necessario per condurre l’innovazione in telemedicina anche in Italia.

 

Qual’è il vostro approccio al mercato della Sanità?

Il mondo della telemedicina è in continua e rapida evoluzione. Abbiamo dedicato e tuttora dedichiamo tempo per studiare ed essere costantemente aggiornati rispetto ai trend di settore e alle varie possibilità di business per una proposta innovativa come la nostra.

Ad oggi, vi sono ancora molteplici rigidità della normativa italiana in materia che non sempre ci consentono di guardare ai progetti con il mindset che in H4D abbiamo da sempre e che bene si esprime con un inglesismo: “Think out of the box”.

L’approccio rispetto al mercato è per noi duplice : Corporate e salute pubblica.

Nel settore corporate offriamo le nostre soluzioni alle grandi aziende per il Welfare dei dipendenti in ambito healthcare.

In merito invece alla salute pubblica, ci troviamo in un’epoca storica in cui, a seguito dell’emergenza pandemica e grazie ai fondi PNRR, la Telemedicina riveste oggi un ruolo di primo piano. È per noi dunque molto importante rendere evidente il nostro valore e la nostra prospettiva di completezza, ritagliandoci il nostro spazio nel mercato.

 

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di H4D a queste sfide?

Proporre soluzioni che siano sempre in linea con l’evoluzione dei bisogni di salute delle persone, sia per il settore Corporate che per la salute pubblica.

La nostra tecnologia è in costante perfezionamento ed è studiata per essere sempre più “User Friendly” e dunque vicina alle persone.

 

Ci parli dei vostri progetti strategici per il futuro

Saranno in linea con quello che è l’attuale approccio al mercato, confidando in un maggior snellimento della normativa italiana. Questo rappresenterà per noi una sorta di passerella che agevolerà una grande espansione nel nostro paese.

 

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

Abbiamo conosciuto la realtà della Società Italiana di Telemedicina grazie all’ organizzazione dell’ evento del Congresso Internazionale a cui prenderemo parte. Ci è piaciuto l’approccio multidisciplinare e dinamico che abbiamo colto in questo evento e vogliamo dare anche noi un contributo allo sviluppo di soluzioni innovative per aziende, medici, operatori sanitari, ma anche famiglie e pazienti.

Elena Barbangelo

 

 

Cochlear

Cochlear, leader per passione

Cochlear, leader per passione

L’azienda guidata da Carlo Martinelli traccia la strada della Teleaudiologia

 

Dottor Martinelli, ci racconti come nasce Cochlear e su quali valori punta nel proprio percorso di crescita

Cochlear è leader mondiale nelle soluzioni acustiche impiantabili, impianti cocleari e impianti a conduzione ossea. Ispirato dalle difficoltà di suo padre, il professor Graeme Clark ha sviluppato il primo impianto cocleare multicanale al mondo per aiutare a trattare la perdita dell’udito. Da allora, Cochlear ha fornito oltre 650.000 dispositivi impiantabili, aiutando le persone di tutte le età a sentire.

Cochlear si impegna costantemente per sviluppare nuove tecnologie e innovazioni. Partecipando a oltre 100 programmi di ricerca in tutto il mondo, Cochlear ha investito più di 2 miliardi di dollari australiani in ricerca e sviluppo fino ad oggi.

Cochlear aspira a far diventare l’impianto cocleare lo standard di cura per le persone con perdita dell’udito da grave a profonda e offre soluzioni di conduzione ossea per l’ipoacusia conduttiva, la perdita dell’udito mista e la sordità monolaterale.

La sede centrale globale di Cochlear si trova nel campus della Macquarie University di Sydney, in Australia, con sedi regionali in Asia-Pacifico, Europa e nelle Americhe. Con una significativa impronta internazionale, Cochlear vende i suoi prodotti in oltre 180 paesi e ha una forza lavoro globale di oltre 4.000 dipendenti.

La sua sembra davvero una missione. Conosciamo la sua passione per questo settore e si percepisce l’impegno di una grande azienda che ha mantenuto al centro i valori umani. È così?

Cochlear si impegna ad aiutare le persone a sentire, con l’obiettivo di fornire loro una vita di ascolto attraverso il miglior supporto possibile. Si, è vero, è così e mi piace sottolineare il nostro motto, che ho fatto mio: Hear now. And always

 

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di Cochlear a queste sfide?

Iniziamo dall’innovazione, questa è nel nostro DNA. Quello che facciamo è innovare per migliorare la vita di milioni di persone nel mondo con ipoacusia severa, affinchè i bambini non abbiano limitazioni nello sviluppo e gli adulti non siano costretti a rinunciare ad una vita piena dal punto di vista lavorativo e sociale…senza trascurare le importanti ricadute mediche che può avere la sordità se non adeguatamente affrontata. Ed arriviamo alla Digitalizzazione: in un mondo completamente digitalizzato, in cui pur in modo inconsapevole usiamo tecnologie digitali per fare qualunque cosa, un’azienda che ha una missione forte come la nostra non può che sviluppare un ecosistema digitale intorno al portatore di impianto in cui la persona è al centro e tecnologie e servizi digitali l’aiutano nel suo percorso di riabilitazione uditiva.

Ci parli dei Vostri progetti strategici per il futuro

Cochlear è mossa, fin dalla sua nascita, dalla fortissima ambizione di aiutare le persone a sentire, e quindi godere della vita in modo pieno. Offrire soluzioni di telemedicina e contribuire in modo significativo alla sua implementazione è un nostro pilastro strategico. Pensiamo agli impianti cocleari: in Italia ci sono degli ospedali riconosciuti a livello internazionale per essere delle eccellenze in questo settore. Per questa ragione attirano cittadini da tutte le parti d’Italia e ciò può comportare lunghe liste d’attesa da un lato e viaggi della speranza dall’altro. Ci piace pensare che grazie alle soluzioni che porteremo presto sul mercato, saremo in grado di affiancare giorno per giorno i clinici, gli operatori sanitari e i pazienti, rendendo efficiente ed efficace la teleaudiologia, con sistemi semplici da utilizzare, sicuri, certificati, accessibili per i portatori di impianti cocleari che potranno evitare trasferte lunghe e costose pur non rinunciando ad una assistenza sanitaria costante e di qualità. Ma questo ci permette di aiutare anche gli ospedali a gestire in modo appropriato le risorse umane e strutturali. È un cambiamento che sta già avvenendo e vogliamo avere un ruolo da protagonista.

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

A SIT ci ha condotti il nostro forte orientamento all’innovazione, caratteristica che ci accomuna. Essendo leader di mercato, sentiamo forte la responsabilità di essere in prima linea insieme ad i nostri partner; innovare riguarda tanto le tecnologie contenute in un dispositivo medico quanto l’impianto organizzativo che consente alle nostre soluzioni di apportare valore al paziente, al professionista sanitario e al sistema. Questo è alla basa della collaborazione con SIT: una partnership solida, che fonda su basi scientifiche. In SIT abbiamo trovato professionalità uniche e indispensabili lungo il cammino, non privo di ostacoli, che farà diventare la Telemedicina una realtà ampia al servizio di cittadini e sistema.

 

 

Novamedica, da Bologna un esempio virtuoso

Dai servizi medici specialistici alla Rete di Imprese: Paolo Di Bugno ci racconta la sua visione di Sanità Digitale per il territorio.

 

Avvocato Di Bugno ci racconti come si avvia Novamedica nel proprio settore e su quali valori sta puntando nel proprio percorso di crescita

Novamedica ha iniziato la propria attività a Bologna nel 2011 con il proposito di fornire soluzioni integrate e funzionali a tutte le criticità relative alla gestione sanitaria della copertura dei turni di servizio del personale medico specialistico presso le strutture sia pubbliche che private.

La nostra sede centrale si trova a Bologna. Abbiamo inaugurato la nuova struttura nel 2022, con locali molto più ampi e un grande spazio verde intorno agli uffici. Abbiamo deciso che fosse il momento di creare uno spazio davvero nostro, riconoscibile e che portasse il nostro marchio caratteriale anche nella armonia degli ambienti lavorativi.

La natura stessa della forma societaria, cioè quella di Cooperativa Sociale, inquadra Novamedica all’interno di un sistema valoriale ben definito.

La nostra azione ha una storia relativamente recente e nasce sull’onda dello sviluppo del concetto di sussidiarietà pubblico e privato che oggi sta diventando pratica quotidiana, mediante la perfetta integrazione tra le risorse interne alle strutture e le risorse umane ed organizzative esterne che Novamedica può mettere in campo, condividendo progettualità ed obiettivi comuni.

Il nostro intervento è costruito attorno a due bisogni, essenziali e presenti all’interno della nostra società non solo per quanto riguarda il lavoro ma anche i valori personali:

– supportare il sistema sanitario pubblico e privato nella fornitura di servizi allineati ai più elevati standard delle aziende sanitarie;

– ricercare le migliori condizioni di lavoro per i medici-soci, garantendo per tutti loro le condizioni di lavoro ideali per poter esprimere al meglio le proprie capacità scientifiche e umane.

Soci, dipendenti, collaboratori ed operatori aziendali costituiscono un fattore indispensabile per il successo dell’azienda. Per questa ragione Novamedica tutela e promuove il valore delle risorse umane onde migliorare ed accrescere il patrimonio delle competenze di ciascuno.

Sono fiero di aver fondato Novamedica e mi occupo personalmente della Direzione Generale ma, essendo ormai Novamedica divenuta una struttura articolata, abbiamo creato dei pilastri funzionali nelle primarie aree di competenza (Amministrazione e Finanza, Direzione Sanitaria, Risorse Umane, Organizzazione dei Servizi, Comunicazione, Qualità, Sistemi informativi, Logistica, Area legale, Area innovazione e Medicina Digitale) ed i rispettivi responsabili delle varie aree specifiche hanno una forte competenza e autonomia operativa, sempre con il supporto mio diretto e del Consiglio di Amministrazione per le azioni di indirizzo.

Il team è composto da oltre 30 persone tra collaboratori e consulenti, tutti professionisti che si occupano degli aspetti organizzativi, amministrativi, logistici, tecnico-informatici, commerciali, per offrire alle strutture i migliori servizi medici specialistici (intendo sia prestazioni sanitarie ma anche gestione e rendicontazione) e per supportare i nostri medici (soci e colleghi), per ogni azione organizzativa e logistica che li metta in condizione di lavorare con la massima serenità e dedizione.

Abbiamo anche creato dei gruppi multidisciplinari che lavorano spesso e bene su temi trasversali (per aree tematiche come, ad esempio, la implementazione della gestione Privacy o per Focus Specifici e/o Temporanei come lo startup di una nuova struttura o servizio).

 

Qual’è il vostro approccio al mercato della Sanità?

La Cooperativa opera prioritariamente tramite gare d’appalto o analoghe procedure a evidenza pubblica e i committenti sono per lo più pubbliche amministrazioni, dislocate sui territori delle Regioni Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria e si sta gradualmente espandendo anche ad altre aree geografiche.

Nostro obiettivo è conseguire la massima integrazione con la struttura convenzionata offrendo piena collaborazione, nell’ottica di un reciproco interscambio di professionalità ed esperienze. Mi piace pensare a Novamedica come il partner affidabile e capace di rispondere a qualsiasi esigenza in tempi rapidi, con la massima flessibilità, garantendo allo stesso tempo la qualità del servizio e le migliori condizioni economiche. Oggi, Novamedica è accreditata come partner di riferimento per numerosi enti pubblici e privati ed è stata scelta anche per progetti sperimentali nei più diversi settori delle discipline mediche e sanitarie. 

I primi tempi non sono stati semplici, perché negli incontri con i referenti delle aziende sanitarie occorreva descrivere una modalità nuova. Gradualmente il nostro supporto di servizio, costante e flessibile allo stesso tempo, è stato apprezzato e compreso proprio grazie ai risultati tangibili in termini di efficienza ed efficacia della gestione dei singoli reparti e unità operative. Novamedica è una società solida, ben inserita in un mercato che essa stessa ha contribuito in modo determinante a creare in anni nei quali pochi avrebbero pensato che il sistema sanitario potesse necessitare di supporto esterno in misura significativa. La crescita dell’azienda è stata costante, fino alla forte espansione degli ultimi due anni: di pari passo si è sviluppata un’organizzazione sempre più completa e articolata, ma basata sulla efficacia e sulla rapidità di risposta al cliente.

Negli anni, oltre 450 medici hanno operato in Italia per conto di Novamedica e siamo fieri di aver contribuito alla crescita dell’intero movimento.

Durante la pandemia, ancor di più Novamedica ha offerto la propria attività professionale sull’intero territorio nazionale, garantendo continuità e qualità nell’assistenza sanitaria pur nei momenti tragici legati alla mancanza di medici e infermieri ed allo stravolgimento delle più semplici priorità organizzative e funzionali. Abbiamo ritenuto che oltre a beneficiare di una crescita dei volumi di servizi erogati, ci fosse da parte nostra l’impegno morale ad agire con flessibilità e sacrificio, andando oltre ogni normale routine, a supporto della Sanità pubblica e privata e nel comune interesse della Salute della cittadinanza, per onorare la missione che da anni ho voluto porre al centro dell’impegno per Novamedica: garantire ai Cittadini adeguati livelli di assistenza.

Abbiamo aumentato impegno e solidarietà nel momento delle difficoltà evidenziando la forza di un modello economico che, con autentico spirito cooperativo, mette l’interesse pubblico al primo posto ma non rinuncia alla capacità di esibire il dinamismo e un’efficienza gestionale tipico del mondo dell’impresa.

Novamedica è peraltro la prima cooperativa sociale in ambito sanitario ad avere ottenuto in Italia – nel 2018 – la certificazione di qualità ISO 9001:2015 per la specifica attività di “Pianificazione ed organizzazione di attività per ospedali, case di cura, centri medici e poliambulatori”. Il Sistema di Gestione della Qualità non è però fine a sè stesso, ma anzi è per noi il punto di partenza, la base certa su cui rendere efficace e sostanziale il nostro Codice Etico e di Comportamento, che è parte integrante del nostro assetto organizzativo. Abbiamo infatti ottenuto anche il nostro primo riconoscimento per quanto attiene il cd rating di legalità. Li considero tasselli di un percorso amministrativo, ma soprattutto il riconoscimento naturale di una visione sana dell’azienda e del nostro lavoro. L’impegno nel settore della Sanità è costantemente rivolto al benessere della Collettività delle Aziende Clienti, grazie alla qualità e serietà dei servizi medici offerti ed al supporto di tecnologie e processi di alta qualità.

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di Novamedica a queste sfide?

In Novamedica l’innovazione attiene sia al quadro strettamente tecnologico che alla sfera delle relazioni umane. La visione pionieristica è stata una linea guida e rimane una caratteristica peculiare per me e per tutto il nucleo operativo.

Abbiamo compreso l’esigenza di un radicale investimento nelle comunità e nei territori affermando così una nuova stagione di welfare basata sulla digitalizzazione e le nuove tecnologie, sulla umanizzazione e sulla prossimità della presa in carico, sulla formazione professionale ma anche sulla divulgazione di una cultura digitale diffusa nella popolazione. Questi sono i pilastri della futura società, questi sono obiettivi inderogabili e passano per una via lunga, impervia ma imprescindibile: quella che possiamo intravvedere come percorso già in atto, della riorganizzazione sostenibile dello sviluppo economico, sociale e sistemico. Quella che impatta fortemente anche sulla Sanità pubblica e privata, e che porta la Salute in primo piano.

Noi nel nostro piccolo, non solo ci orientiamo a sviluppare servizi e soluzioni per la nuova frontiera della medicina Digitale, ma abbiamo iniziato dal nostro interno a implementare soluzioni digitali per i processi organizzativi e di gestione tipica: il nuovo sistema informativo basato su una rete aziendale distribuita; i nuovi applicativi software che fruiamo attraverso piattaforme cloud certificate sia per il segmento del Business e Finance che per la organizzazione dei servizi presso le nostre strutture ambulatoriali e residenziali; le telecomunicazioni integrate e convergenti, ma anche le attività più basiche come l’utilizzo delle APP per il delivery o la prenotazione allo sportello postale… fino alla APP per la gestione della logistica integrata dei nostri servizi sanitari specialistici, che andrà ad ottimizzare i processi e armonizzare le diverse fasi della gestione tipica di Novamedica con le attività di nuova acquisizione e creazione. Insomma, cambiamo noi per dare il buon esempio, e questo ci aiuta a essere più tolleranti verso l’inerzia altrui.

Novamedica infatti pone al centro delle proprie attività l’innovazione, ritenendo che quest’ultima necessiti a livello organizzativo di un elevato dinamismo e attenzione per i soci, per le persone che fanno parte dell’azienda, per i clienti e per i fornitori.

Mi piace spesso rimarcare come la eclatante affermazione dello smart working, o meglio del “mobile working”, sia stata per noi una gradevole conferma e una necessaria accelerazione verso un’organizzazione del lavoro molto dinamica, flessibile, che avevamo da sempre introdotto.

Consideri che i nostri soci medici sono fisiologicamente in movimento e costantemente assistiti dalla nostra sede per aspetti logistici e organizzativi.

Ma abbiamo consulenti e collaboratori che vivono e operano in un raggio d’azione molto più ampio rispetto al tradizionale percorso casa-ufficio-casa: questo per me è davvero un punto di forza e ci ha dato la possibilità di sperimentare modalità di comunicazione e di dialogo sempre più efficienti. Con la pandemia poi abbiamo deciso di agevolare l’esigenza di sicurezza e prevenzione per cui ci siamo attrezzati con una infrastruttura informatica e telefonica ancora più delocalizzata, che ci ha permesso di lavorare a distanza senza risentire della logistica.

Il nostro progetto globale di innovazione è incentrato sul settore della Salute e della Medicina Digitale per coadiuvare e promuovere il raccordo tra strutture sanitarie e territorio. Operiamo sia direttamente che attraverso partnerships strategiche, impiegando in modo armonico tecnologie cloud e piattaforme software di integrazione, apparecchiature elettromedicali connesse e Terapie digitali evolute.

Il modello di Salute Digitale che intendiamo sviluppare valorizza fattori sanitari, sociali, culturali ed economici di livello macroscopico e permette di costruire un rilancio complessivo dei concetti di benessere, prevenzione e salute, con un occhio molto vigile sul tema della sostenibilità ambientale e di quella che mi piace chiamare Green Social Responsibility.

Ci parli dei Vostri progetti strategici per il futuro

Ci piace pensare alla Novamedica del futuro come un elemento aggregante per la creazione di forme più strutturate di collaborazione interaziendale con altri importanti operatori del settore. Novamedica, oltre alla propria missione primaria di supporto alle esigenze degli Ospedali e delle Aziende Sanitarie, ha avviato il proprio intervento diretto in Innovazione Digitale e gestione di strutture sanitarie.

L’organizzazione, imperniata sul criterio strategico di cooperazione, ci ha portato ad investire in una rete di imprese a forte valenza innovativa, che punta sulla Ricerca & Sviluppo sia per le nuove tecnologie digitali che per l’organizzazione e procedure aziendali. Abbiamo diversificato il nostro raggio d’intervento, entrando con convinzione anche nel settore delle Residenze Sanitarie Assistite. Nel futuro, stiamo progettando una serie di servizi a valore aggiunto che ci piacerebbe portare sul mercato per incrementare il tasso di soddisfazione degli ospiti ma anche la sensazione di ritrovata serenità per le famiglie e i caregivers, spesso schiacciati tra gli impegni della vita e del lavoro e l’onere dell’accudimento dei propri anziani.

Intendiamo affiancare aziende pubbliche e private in modalità Design&Custom: progettazione, sviluppo e gestione di sistemi, servizi e procedure efficaci ed efficienti per la Medicina Digitale in base alle necessità funzionali del progetto e del Partner (Pubblica amministrazione, Gruppi privati della Sanità, Aziende Hi-tech, Compagnie assicurative e Casse Mutua, Associazioni e Cooperative, …).

Uniamo le competenze dei nostri medici specialisti con la decennale esperienza organizzativa in Sanità creando una piattaforma di servizi unica, incentrata sull’accuratezza delle tecnologie e la conoscenza delle esigenze specifiche della Medicina Digitale. La Consumerizzazione della Sanità («data driven»), implica la necessità di riflettere in termini di prevenzione attiva ma anche di offerta di servizi specialistici e diagnostici: a supporto ed integrazione del SSN che, con i suoi tempi di gestione per visite ed esami, non potrebbe sostenere questa nuovo impatto.

Riteniamo la “Salute” il risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente.

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

Da sempre lavoriamo affinchè si ponga l’organizzazione dell’assistenza sanitaria nella posizione di centrale importanza che merita, quale orchestratore per aumentare efficienza ed efficacia, per la Qualità del sistema sanitario nazionale e per la collaborazione virtuosa tra Pubblico e Privato. In SIT abbiamo trovato un interlocutore esperto, competente, trasparente per poter sviluppare alla creazione ed al miglioramento continuo, attraverso il confronto e lo stimolo alla realizzazione di un modello capace di utilizzare al meglio le svariate opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Siamo molto felici del dialogo costante e costruttivo instaurato da subito con il presidente Gaddi, e con tutto il Direttivo ed il Comitato di gestione su tutti i temi operativi e funzionali. Il nostro è un sistema che mira a garantire ai pazienti l’assistenza necessaria ovunque si trovi. Il fine è però anche quello di ridurre le attuali significative disparità territoriali nell’erogazione dei servizi sanitari, abbattendo spazi e tempi di attesa sfruttando le nuove tecnologie e promuovendo competenze digitali e professionali. Parliamo di salute digitale, quindi di un sistema informativo evoluto in grado di rilevare dati clinici in tempo reale e utilizzare la Telemedicina per assistere i pazienti con malattie croniche, degenerative o con necessità di riabilitazione assicurando una migliore esperienza di cura per gli assistiti e migliori livelli di efficienza dell’intero sistema sanitario.

Grazie all’unione delle forze con i nostri partners e all’innesto di nuovi profili in staff, proprio rivolti alla esperienza nel mondo della eHealth, vogliamo essere parte attiva e dare il nostro contributo sul palcoscenico della nuova Sanità del terzo millennio. Le tecnologie dominanti sono mature e nuove se ne affacceranno nel medio termine. Quello che riteniamo fondamentale e abbiamo condiviso con SIT è la ricerca del giusto equilibrio tra l’esperienza umana, clinica e tecnologica nella erogazione di servizi medici e assistenziali, con serietà, etica e competenza: su questa premessa poggia le fondamenta la nuova Novamedica e la nostra visione congiunta con la Società Italiana di Telemedicina.