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Cardio On Line Europe: dalla passione mediterranea un esempio di competenza e professionalità senza confini

Dottor Lopriore, ci racconti come si avvia Cardio On Line Europe nel proprio settore e su quali valori sta puntando nel proprio percorso di crescita

Cardio On Line Europe nasce dall’unione tra la mia esperienza professionale come manager ed informatore medico specialist nell’area cardiovascolare e le competenze cliniche di mia moglie, la dottoressa Giulia Dellegrottaglie, unitamente al sodalizio professionale con il dottor Francesco Bux, cardiologo che aveva avuto precedenti esperienze nella telemedicina già nel 1991-92. Fu lui a proporci di testare una rivoluzionaria tecnologia israeliana dedicata alla telecardiologia: si trattava della combinazione di un elettrocardiografo transtelefonico in grado di registrare un elettrocardiogramma a 12 derivazioni e di un computer che, attraverso un trasduttore (accoppiatore acustico), riceveva i segnali biomedici trasmessi via telefono e li decodificava in un tracciato elettrocardiografico a 12 leads. Mettemmo a disposizione dell’ambulatorio di cardiologia dell’Ospedale di Terlizzi il nuovo strumento e il dottor Bux, primario del reparto, insieme ad altri colleghi cardiologi iniziarono ad impiegarlo. Con i primi risultati positivi ottenuti con questi apparecchi, riuscimmo a coinvolgere diversi cardiologi che mi assicurarono il loro appoggio nel proporre ai propri clienti il servizio di telecardiologia perché, sin da allora, la mia intenzione era di proporre un servizio H24, 365 giorni all’anno, proprio come avveniva da anni in Israele.

Il nostro valore aggiunto, da sempre, è quello della consulenza cardiologica in tempo reale. Il 20 maggio 1996, dopo aver esperito tutte le questioni burocratiche fondammo l’allora Cardio On Line Sud e, il 29 giugno 1996, l’avvio del servizio fu battezzato nel Convegno dal titolo “Cuore e Telematica”, dove parteciparono sia i dirigenti della multinazionale Israeliana Aerotel (in primis l’Ing. Pelcman, ideatore del servizio, coadiuvato dagli Ing. Del Vecchio e Borgotallo, esperti del sistema), che numerosi opinion leader nel campo della cardiologia. Il target del momento era rappresentato dai pazienti cardiopatici e dai medici di medicina generale che accolsero di buon grado l’avvento del nuovo servizio e soprattutto l’effettuazione in live di elettrocardiogrammi. Resta pietra miliare, nell’ottobre del 1996 un articolo pubblicato dal periodico dell’Ordine dei Medici di Bari a firma del dottor Bux, intitolato “Dottore, usi il cardiotelefono”, nel quale veniva consigliato ai medici di aggiungere nella borsa anche un cardiotelefono!  Già nel 1997 acquisimmo come nostri clienti ben 250 medici che acquistarono l’apparecchio con ben 200 refertazioni elettrocardiografiche incluse. All’epoca non avevamo ancora la Centrale Operativa proprietaria e quindi stipulammo un accordo di partnership con il Centro Diagnostico Italiano organizzando un servizio 24 ore su 24 con un cardiologo che rispondeva in tempo reale. Pian piano il servizio si diffuse, ci avvicinammo anche agli ospedali pugliesi e ad alcuni distretti territoriali delle “USL, unità sanitarie locali”, cui sin da allora offrivamo il servizio in tempo reale H24, 7/7. Fu un periodo di forte crescita personale e professionale, durato ben 8 anni. All’epoca, erogavamo tra 18 e 25 mila ECG annui, già un ottimo risultato perché il servizio era quasi sconosciuto. Proprio per questo, considerato l’inatteso feedback, sin dal 1999 incominciamo ad approcciare le farmacie: siamo stati di gran lunga i primi a “vedere” questo connubio e si partì operativamente dal 2002. C’era una cooperativa (FARPAS, oggi assorbita da CEF, con sede a Brescia) che con noi attivò le prime 80 farmacie creando una prima embrionale forma di apprezzamento per questi nuovi servizi. In effetti la parola e il brand della “Farmacia dei Servizi” lo abbiamo creato noi nel giugno 2002 organizzando il convegno “La Farmacia dei servizi – Le nuove frontiere della Telemedicina- Telecardiologia in Farmacia” ideando quindi di fatto quella che poi è divenuta comunemente la “farmacia dei servizi”. Anche quella giornata, che ricordo con molta emozione, effettuammo con grande successo, alla presenza di un centinaio di farmacisti, ECG in “live mode” che convinsero la maggior parte dei partecipanti ad attivare il servizio. Posso dire con molta fierezza che abbiamo fatto conoscere la mia regione nel mondo della telemedicina. E non è tutto, infatti, grazie ad un accordo tra la stessa Regione Puglia, una nota casa farmaceutica (Pfizer) e Cardio On Line Europe, nel 2004 decidiamo di compiere il grande passo e di realizzare il nostro “sogno”, attivando in house un Centro Servizi proprietario garantendo un presidio H24, 7/7, con lo scopo di erogare un servizio di telecardiologia preospedaliera, e non prima di aver dotato tutte le postazioni del servizio di emergenza regionale 118 dell’elettrocardiografo israeliano. Dopo il primo triennio sponsorizzato da Pfizer con risultati eccellenti per noi, per l’immagine della casa farmaceutica e della Regione Puglia, si decise di proseguire il cammino con la Regione Puglia con una partnership pubblico privato. In quell’epoca, nei primi mesi del 2004 ho la fortuna di conoscere Giuseppe Di Giuseppe, un giovane di valore che decisi immediatamente di coinvolgere nella costruzione della centrale, supportato dai tecnici di Aerotel. Giuseppe è diventato subito l’anima di questa azienda, non solo per le sue capacità e competenze informatiche ma anche per le sue esperienze di gestione del personale e, ancor più, per la sua poliedrica peculiarità manageriale che si è affinata nel tempo e tuttora ci lega in un connubio strettissimo. Finalmente l’undici ottobre 2004 parte la nostra centrale operativa a favore del servizio 118 regionale con un servizio H24, 7/7. In quello stesso periodo il dottor Bux, oggi Presidente della SIT della sezione Puglia, da primario del reparto di cardiologia viene promosso dall’allora Presidente della Regione ad espletare compiti amministrativi e gestionali, scalando i vertici della sanità pugliese sino a diventare (nel 2007) Direttore Generale dell’A.Re.S. Puglia. In pratica, la persona giusta al punto giusto. E’ proprio lui che, visti gli ottimi risultati ottenuti con la telecardiologia, crea la rete dell’emergenza denominata “rete dell’infarto”, prima in Italia. In cosa consiste? In caso di paziente con sintomatologia tipica, l’ambulanza, una volta arrivata sul posto, esegue l’ECG con l’ausilio della telecardiologia e, a diagnosi di infarto acuto del miocardio ricevuta dalla centrale operativa di Cardio On Line Europe, accompagna il paziente presso il più vicino ospedale dotato di emodinamica, bypassando il pronto soccorso. È una riorganizzazione geniale, apparentemente lapalissiana, ma in realtà si dimostra una rivoluzione. Da studi e pubblicazioni cliniche successive, abbiamo tempi medi di 41 minuti dalla chiamata al 118 all’angioplastica primaria cioè al tavolo operatorio, con picchi eccezionali di interventi chirurgici entro 20 minuti. Il servizio incominciò a prendere piede. ogni anno crescevamo passando dai circa 1000 ECG/mese del primo anno, ai 1.900 ECG/mese il secondo anno, e così fino anche a 13.000 ECG/mese. Il nostro nome cresce e la Regione Puglia scala “posizioni” diventando la prima Regione in Italia perché abbatte del 50% la mortalità da infarto. Iniziano a parlarne televisione e giornali e siamo invitati nei maggiori congressi anche internazionali (ricordo l’Health Forum di Atene del 2014, il Mobile World Congress di Barcellona e poi Lussemburgo, Berlino, Roma). A questo riguardo sono fiero delle tante pubblicazioni a livello mondiale proprio sulla telecardiologia nell’emergenza e mi soffermo in particolare sull’opera scientifica svolta dal professor Brunetti, oggi direttore della clinica universitaria di cardiologia di Foggia e che nel 2004, come cardiologo segue e conosce “sul campo” tutta la nostra storia. Si avvicendano governi regionali di ogni schieramento politico e per 11 anni tutti indistintamente apprezzano il servizio di telecardiologia grazie al quale la Puglia finalmente primeggiava.

In 11 anni di servizio abbiamo effettuato per il 118 circa 900.000 elettrocardiogrammi tutti refertati in tempo reale con consulenza cardiologica “on line” e già nel primo mese ci furono oltre 800 ECG tra cui alcuni infarti che contribuirono a far percepire il valore enorme del servizio a tutta la categoria. I più entusiasti furono proprio gli operatori del 118 perché avevano un supporto validissimo per soccorrere immediatamente i pazienti.

Nonostante questa esperienza così totalizzante, non abbiamo mai trascurato il dialogo e la creazione di progetti con le altre categorie e tipologie di partners. Nel 2015 succede che il Policlinico di Bari prende direttamente in carico l’esercizio della telecardiologia nell’emergenza e noi perdiamo il nostro maggior cliente, pari all’85% circa di fatturato. Avendo creduto nella crescita della telecardiologia, già dal 2011 avevamo investito nella nuova struttura con annessa Centrale Operativa e non potevamo assolutamente perderci d’animo. Nemmeno in quel brutto momento! Negli anni avevo personalmente maturato la consapevolezza che la telemedicina non è categoria-dipendente, ma imprenditore-dipendente quindi non è il settore (medicina del lavoro, casa di riposo, clinica o medico di medicina generale o farmacia) ma è il titolare di questi esercizi a decidere se investire nella telemedicina e favorire i propri clienti, oppure rimanere in un’ottica di alienante tipo conservativo. E questo mi ha fatto riflettere sulla strategia.

Fu allora che decidemmo di dedicarci al segmento delle farmacie in modo ancor più deciso. Nel mentre acquisiamo clienti top level come Marina militare ed Aeronautica militare che ci affidano i servizi di telecardiologia. Cardio On Line Europe, nel 2016, istituisce una divisione estero grazie alla spinta del contratto con la SAIPEM, per la gestione del servizio di telecardiologia con refertazione in tempo reale e consulenza cardiologica on line in lingua inglese a favore di tutte le piattaforme e navi petroliere esistenti nel mondo. Dal 2015 ad oggi sono così arrivati risultati ancor più importanti, e non vogliamo fermarci. Con oltre 1.800 clienti, con circa 200.000 ECG e 45.000 Holter solo nell’ultimo anno (con un totale refertato di circa due milioni e mezzo di elettrocardiogrammi e 200.000 Holter) abbiamo conseguito risultati che oggi nessuno può vantare. Ne è prova il fatto che molte aziende importanti che costruiscono dispositivi e sviluppano le proprie piattaforme di telemedicina, hanno deciso – per la propria necessità di erogare servizi di refertazione – di affidarsi a noi, Roche, D-Heart, Corman, Abintrax, CGM, Doctor Shop, Cardioline solo per citarne alcune mentre sempre più importanti aziende come Leonardo S.p.A. oltre prestigiosi distributori farmaceutici come Comifar, CEF, Spem, VIM e catene di Farmacie come Farmagorà, Alioth, Mizar, NeoApotek, hanno deciso di diventare nostri partner per la telemedicina. Oggi, nei mesi di maggiore impegno (tipicamente da settembre a novembre) arriviamo a sviluppare anche punte di 1.800 ECG in un giorno, con una punta record di 29.277 ECG refertati nel mese di Ottobre 2022, oltre ai circa 4000 Holter/mese destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi.

Dottore, Lei è un entusiasta ed è una persona trasparente. Lo vedo dai suoi slanci: non è stato semplice arrivare qui e ora. Tante riflessioni e tante sfide da raccogliere, con momenti di svolta in cui avete dovuto compiere scelte coraggiose. Cosa è la Cardio On Line Europe per lei?

Oggi la società conta 27 dipendenti e 40 cardiologi. Dal 2004 ad oggi la società può vantare il fatto che il servizio non è mai stato sospeso, senza alcuna interruzione. Merito dell’esperienza e delle tecnologie che sono state messe a disposizione, che garantiscono questo tipo di servizio di eccellenza. Inoltre, il personale è estremamente stabile: tra i collaboratori, ci sono molte persone che sono con noi da 18, 20, 22, 24 anni: crediamo nella squadra, siamo un’azienda dove tutti i dipendenti remano nella stessa direzione, questo il cliente lo sente e lo percepisce fortemente, soprattutto per quanto riguarda il supporto, tecnico e non solo, la nostra immagine verso il mondo esterno delle imprese clienti e dei pazienti come terminale ultimo del beneficio. Non ho la pretesa di aver creato l’isola felice, ma sono certo che siamo una famiglia ancor prima di essere un team e questo è indubbiamente il senso compiuto dei miei e dei nostri sforzi.

Quale è il vostro approccio al mercato della Sanità?

Come detto prima, il nostro valore aggiunto è quello della consulenza cardiologica in tempo reale. La telemedicina non è uguale per tutti. A noi piace distinguerci e lo facciamo invitando le aziende e i partners qui in sede da noi. Parliamo solo con chi decide di comprendere la grande differenza che esiste tra le piattaforme cloud delocalizzate e una struttura che opera con una visione completa del paziente, del contesto, e che si muove come unità organica, con una voce unitaria. Pensiamo che la gestione del servizio debba basarsi su questo e su numerose altre componenti di qualità che altri rispetto a noi non possono avere, perché il nostro cardiologo opera qui in team, nella nostra centrale, avendo a disposizione il telefono per interloquire col farmacista o con l’utente o col medico; vede arrivare un ECG e in contemporanea sente, vede, valuta anche i fattori di rischio, le schede anamnestiche, il contesto ambientale e le patologie pregresse. Noi non ci limitiamo alla mera descrizione di quello che risulta da un asettico tracciato, non evitiamo le conclusioni diagnostiche. Se arriva un ECG che mostra fibrillazione atriale, devi sapere se quel paziente è già fibrillante oppure trattarsi di una fibrillazione di nuova insorgenza: il referto può essere rispettivamente normale o patologico grave e pertanto, solo conoscendo “la storia” del paziente, il cardiologo indirizza l’utente verso l’intervento corretto, garantendo appropriatezza diagnostica. Non sono affatto d’accordo invece sul differimento della refertazione, soprattutto se referti dopo 2, 12 o 24 ore e sa perché, dottor Luciani? Perché siamo da sempre convinti dell’idea che non abbia molto senso comunicare ad un paziente a distanza di 24 ore che ieri aveva un infarto in corso! Non trova che sia un forte controsenso in un momento in cui Medici non se ne trovano, gli ospedali sono al collasso, allorquando le farmacie sono divenute un Hub sempre più di riferimento tra il cittadino ed una sanità in crisi?

I pilastri per il mercato del futuro sono diversi. Uno è certamente la farmacia dei servizi, ma voglio essere chiaro: delle 22.000 farmacie esistenti, dobbiamo considerare due tipologie di farmacisti: c’è chi dispensa medicinali in attesa di ricevere richieste e chi invece decide di essere farmacista imprenditore. Oggi se non appartieni a quest’ultima categoria, la tua farmacia è destinata a chiudere o essere assorbita. Ma attenzione perché i gruppi finanziari che acquistano farmacie scontano una carenza di competenza tecnica specifica, basando spesso le proprie scelte su concetti troppo aziendalistici.

Altro asse portante del futuro sarà quello dell’assistenza domiciliare. Occorrerà anche qui affrontare problematiche abbastanza importanti perché il sistema ADI si basa soprattutto su gare pubbliche, quindi non parla di servizi ad alto valore aggiunto. Si avrebbe necessità di personale qualificato, oggi categoria rarissima perché gli infermieri sono stati requisiti dagli ospedali e gli OS o OSS non sono ancora in grado di espletare servizi “innovativi”. Con il P.N.R.R. sarà avviata finalmente una piattaforma nazionale e le piattaforme regionali di secondo livello. Confido in un potenziale accordo tra medici di medicina generale e organizzazioni che si occupano di assistenza domiciliare per collaborare a beneficio dei pazienti. La consegna di dispositivi tecnologici ai pazienti privati non mi convince: come svolgere la formazione? Come verificare l’impiego e l’evoluzione per i senior fragili, spesso scarsamente scolarizzati? Ecco, se il pubblico facesse partnership col privato, come già successo nella nostra esperienza con il 118, allora sì che si potrebbe osservare l’efficacia di una sinergia tra società dell’assistenza domiciliare per la trasmissione di parametri vitali e di una centrale tecnica che smista allarmi grazie al proprio personale medico all’interno, coadiuvando tutti questi servizi.

Per noi, infine, terzo pilastro del mercato è la collaborazione con Enti e Università per la ricerca scientifica. In particolare, ci affascina lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Diciamo che ne parla troppo e spesso anche con leggerezza. Per l’intelligenza artificiale intesa seriamente e come rivoluzione a beneficio della Sanità, occorreranno i dati e noi su questo vogliamo e possiamo dare un contributo sostanziale. Abbiamo ricevuto visita dal Politecnico di Bari e di importanti aziende multinazionali che sono entusiaste della nostra presenza forte e di lunga data. Senza tralasciare che abbiamo voluto creare una centrale specificamente rivolta alla telerefertazione degli Holter, con le sue peculiarità di tempo, silenzio, concentrazione. Abbiamo da anni una convenzione in essere con l’IRCSS Miulli di Acquaviva, in particolare grazie alla collaborazione con il Prof. Grimaldi, un luminare nel campo delle ablazioni delle aritmie. Questa convenzione fa sì che la qualità delle nostre trattazioni degli Holter vengano all’attenzione anche del mondo accademico perché è soprattutto la qualità a contare, al di là delle tempistiche.

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di Cardio On Line Europe a queste sfide strategiche?

Cardio On Line Europe è la prima società a livello nazionale che nel 2009 si certifica ISO9001 e ISO27001 per il settore della refertazione e consulenza cardiologica on line, che ancora oggi purtroppo non tutti possono vantare. Si parla di dati sensibili, di GDPR e quindi dovrebbe essere indispensabile. Con Cardioline SpA, società leader in Italia nel campo dei dispositivi elettromedicali per la cardiologia, abbiamo contribuito alla realizzazione della piattaforma più performante esistente per soddisfare le esigenze di telemedicina sul territorio, andando ben oltre ogni concept delle piattaforme esistenti, basate su un paradigma ospedaliero con i suoi bug e le sue limitazioni. La risposta sulle sfide strategiche della digitalizzazione e dell’innovazione deve essere contestualizzata all’argomento, perché parlando di salute e di medicina d’emergenza l’approccio è proprio quello di scegliere tecnologie che siano validate certificate registrate e più vicine possibile alla sensibilità del 100% a differenza di soluzioni commercializzate con margini attesi di errore del 25% alias un referto su quattro sarà condizionato da errori della macchina. Questo non è accettabile! Per noi digitalizzazione è in primis innovazione culturale e più si propaga alla telemedicina (che è diventato un asset, uno strumento dove il valore aggiunto, unitamente allo strumento che hai a disposizione è che tu abbia il cardiologo sempre a disposizione) più ne saremo positivamente influenzati. La vera innovazione è stata proprio quella di iniziare un processo culturale. L’utente medio italiano oggi sa che per andare in palestra occorre il certificato medico: può recarsi nella sua farmacia di fiducia, ricevere il referto da presentare al suo Medico e risolvere il problema, facendo (per la legge dei grandi numeri) anche prevenzione.

Per noi la vera rivoluzione è diffondere il concetto stesso di telemedicina che poi alla base deve avere tutta una serie di caratteristiche di autorevolezza e garanzia. Uno dei momenti di svolta di Cardio On Line Europe, è stato proprio il cambio di tecnologia che abbiamo effettuato passando da una tecnologia analogica ad una completamente digitale, lasciando il nostro quasi ventennale sodalizio con il produttore israeliano per stringere nel 2018 la partnership con Cardioline. E’ bastato pensare di affrontare questo upgrade per i nostri 1.800 clienti a rappresentare una vera svolta non solo sotto l’aspetto tecnologico ma anche sotto quello meramente culturale, perché in quel momento venivano cambiati i concetti ormai standard che erano alla base di un sistema analogico, mentre il nuovo sistema totalmente digitale consentiva loro immediatezza di refertazione, maggiore qualità degli esami prodotti, dei referti e dell’intero processo. Non meno importante è stato l’approccio con il personale laico – da noi adeguatamente formato – in grado di eseguire ECG di livello ospedaliero: è proprio questo il momento in cui la digitalizzazione ha permesso di fare un salto importante, anche nel diffondere e far apprezzare una “cultura diversa” da parte di utenti che agivano mnemonicamente. La vera svolta è stata quella di insegnare ai nostri clienti ad apprezzare questa metodica.

Ciò detto, l’asset strategico più importante è la sicurezza. Non solo riferita ai referti prodotti che contemplano una serie di caratteristiche e di peculiarità oggi uniche di Cardio On Line Europe, quali l’osservanza dei Regolamenti Europei in termini di privacy (EU 679/2016), di strong signature (910/2014) apposta su ogni risultato, nella tracciatura digitale della tecnologia utilizzata per eseguire la prestazione, della release del software utilizzata, la possibilità di customizzare i referti con il brand del provider intermedio, unitamente a SLA di refertazione che ci vedono più unici che rari nel panorama nazionale ed internazionale. A tutto questo si aggiunga la sicurezza offerta anche agli specialisti refertanti fisicamente presenti nella Centrale Operativa, in termini di sistemi infrastrutturali ridondati elettrici, telefonici ed informatici, software di analisi certificati ed a Norma di Legge, piattaforme intuitive e funzionali. Il tutto frutto di una scelta imprenditoriale audace e visionaria, nel voler offrire ad ogni nostro cliente un servizio con implicite caratteristiche che lo rendono sicuro, affidabile ed inattaccabile.

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

La SIT è la evidente dimostrazione che l’empatia fra le persone spesso risulta davvero fondamentale. Abbiamo conosciuto il professor Gaddi ed a seguire il suo staff, a cominciare dal Vice Presidente dottor Cipolla, dall’Avv. Rabbito e dal dottor Fracasso, mio storico amico. E ora sto conoscendo anche lei con la sua squisita educazione… Del Professor Gaddi ne abbiamo immediatamente apprezzato non solo la caratura scientifica e la sua grande cultura a fronte di una umiltà ben lontana dallo stereotipo comune; parlandoci, nelle sue parole traspare passione e desiderio di fare bene. Questo ha subito catturato la nostra attenzione e pertanto abbiamo deciso di voler partecipare proattivamente al Congresso tenuto on line nell’autunno 2021. Nell’occasione abbiamo riscontrato che quell’entusiasmo, quella euforia, ci ha dato un contributo di spinta alla consapevolezza della nostra qualità e forza. Il pilastro è stata la fiducia reciproca e la sinergia che è nata tra persone che fondamentalmente non si conoscevano tra loro ma che si sono rispettate dal primo momento. Devo riconoscere che è stato merito di questa condivisione, lasciarci convincere che effettivamente il frutto di 26 anni di lavoro svolto ininterrottamente con la stessa passione e serietà è finalmente maturo ed è riconosciuto da persone che hanno titoli e “voce”. Da tutto ciò deriva la forte volontà di sostenere e di partecipare proattivamente al Congresso Internazionale del 2023.

Pensiamo di poter dare un contributo forte alla struttura delle nuove regolamentazioni che dovranno disciplinare la pratica della telemedicina a favore della popolazione tutta. Per passare da una telemedicina sperimentale, incidentale e su carta a quella che deriva dall’impiego quotidiano e costante, nella realtà della società civile e nel rapporto con la classe medica, da 26 anni di gestione ininterrotta di un servizio di telecardiologia H24, 7/7 in ogni contesto clinico, operativo e geografico che, ad oggi, ha salvato la vita a centinaia di persone e migliorato la qualità di vita di migliaia di altre.

Forse si potrà far di meglio Eugenio, difficilmente con maggior passione.

foto CARDIO ON LINE EUROPE

Vection Health, Integrated Reality

Vection Health, Integrated Reality

Gianmarco Biagi alla guida della rivoluzione in Sanità con il Metaverso professionale

 

Ingegner Biagi, ci racconti come nasce Vection Health e su quali valori punta nel proprio percorso di crescita

Vection Health, presente in Europa, Stati Uniti, Australia e India, nasce nel 2021 sulla volontà di verticalizzare in ambito sanitario le soluzioni di Vection Technologies. Forti dell’esperienza dell’applicazione nel mondo industriale delle quattro piattaforme trasversali di Mixed Reality, Virtual Reality, Augmented Reality e XR Kiosk su tutta la catena del valore, abbiamo deciso di verticalizzare i contenuti sul mondo Healthcare, in fortissima espansione. Vection Health ha linguaggio e comunicazione diretti verso il mondo della sanità pubblica e privata, con la caratteristica di avere al proprio interno medici e ingegneri in grado di mappare i processi ospedalieri e portare l’applicazione delle tecnologie immersive per efficientare i processi, ridurre i rischi, aumentare la produttività e la professionalità di tutto il personale ospedaliero, mettendo il paziente al centro e garantendogli un forte incremento del servizio con un notevole abbattimento dei costi.

 

Qual è il vostro approccio al mercato della Sanità?

Il mondo della sanità verrà fortemente impattato dalle tecnologie basate sul concetto di IntegratedXR (virtual, augmented e mixed reality) che arriveranno ad integrarsi con i sistemi informativi delle strutture ospedaliere. Abbiamo iniziato diverse sperimentazioni in Australia e in Italia, dove abbiamo avviato collaborazioni con diverse strutture ospedaliere, in particolare con l’Ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino, per la sperimentazione di diverse tecnologie nella formazione e in fase pre-operatoria. Il nostro approccio consiste nella mappatura di più processi all’interno e all’esterno dell’ospedale e nell’applicazione di tecnologie di realtà aumentata e virtuale. La struttura ospedaliera può essere suddivisa in macro processi e per ciascuno vi è l’applicazione più idonea:  Hospitality con applicazioni rivolte al servizio delle persone per agevolare la “indoor navigation”;  pre-operatorio con realtà aumentata per la diagnostica per le immagini, preparazione di training, analisi del pre-operatorio e aspetti informativi per il cliente; operatorio, con delle ottimizzazioni in fase di sperimentazione, checklist, assistenza da remoto, messa in rete di più sale operatorie; post operatorio con setting di informazioni allo staff ospedaliero, gestione della centrale di comando delle ambulanze; infine applicazioni rivolte al contesto dell’assistenza domiciliare.  Grazie alla realtà virtuale oggi si possono ridurre le distanze fino ad azzerarle, unendo più sedi separate anche all’estero, sotto la stessa sede centrale tramite un unico ambiente operativo in realtà virtuale (Metaverso professionale).

 

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio del gruppo Vection a queste sfide, particolarmente rispetto alla Salute e alla Medicina?

Per noi digitalizzazione e innovazione significano integrazione e innalzamento del know-how del personale ospedaliero, accompagnato dall’abbattimento dei tempi, dei rischi e dei costi con un’analisi per processi ed applicazioni di tecnologie XR idonee ed efficaci al processo stesso. Tecnologie innovative quindi, non per sostituire l’uomo, ma per “potenziarlo” e consentirgli di essere più veloce ed efficace nell’analisi e nell’operatività potendo accedere ad un database delle informazioni gigantesco che verrà utilizzato in modo efficace grazie ai sistemi di visualizzazione e iterazione garantiti dalle tecnologie immersive XR di Vection Technologies. Questa è la vera innovazione: raggiungere il potenziamento del servizio e della professionalità, ad un costo relativamente basso. Ci affianchiamo alle Istituzioni/Amministratori Pubblici ed alle aziende Tech già presenti nel sistema sanitario al fine di integrare queste nostre tecnologie nei sistemi formativi e nei processi già esistenti arricchendone il potenziale e la produttività a favore della struttura ospedaliera e del paziente. In epoche di forti finanziamenti, grazie al PNRR, siamo certi di poter dare un forte contributo avendone anche le risorse necessarie.

 

Ci parli dei Vostri progetti strategici per il futuro

I nostri progetti nel mondo dell’Healthcare sono di sviluppo e sperimentazione delle nuove tecnologie in molte strutture ospedaliere già nei prossimi mesi. Seguirà quindi una fase di scalabilità su ogni singola struttura con conseguenti vantaggi importanti. Siamo presenti già in Italia, Europa e Australia e nei prossimi tre anni abbiamo l’obiettivo di portare questo know-how negli Stati Uniti. Stiamo sviluppando piattaforme XR dedicate al mondo della Salute grazie al contributo dei nostri ingegneri che collaborano strettamente con medici, infermieri e clinici al fine di declinare le tecnologie al miglior servizio del paziente. La nostra ambizione, oltre alla scalabilità, è quella di creare dei processi integrati all’interno di un ospedale e tra ospedali, ottenendo in questo modo un forte abbattimento dei costi e rischi di funzionamento della sanità con contestuale innalzamento del livello di qualità delle nostre eccellenti strutture allineandole così a standard internazionali di innovazione che sono già ampiamente diffusi in Paesi come gli Stati Uniti e la Cina.

 

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

SIT è un’istituzione storica, riconosciuta a livello nazionale. Con il Presidente Antonio Gaddi e con la struttura siamo allineati sulla visione di avanzamento tecnologico in ambito sanitario e condividiamo l’attenzione all’approccio digitale in questo settore. Vection Technologies, con la tecnologia e la capacità di implementare e sviluppare i processi, e SIT, con la profonda conoscenza del mondo sanitario dalle singole strutture alla sanità nazionale, stanno collaborando operativamente per sviluppare la sanità del futuro, mettendo al centro il paziente e premiando la professionalità di un’eccellenza mondiale quale la sanità italiana.

 

Telemedicina: quello che sappiamo oggi è già ieri

Telemedicina: quello che sappiamo oggi è già ieri

Prof. Maria Grazia Modena, Vice-Presidente SIT

 

Un approccio moderno alla Telemedicina è quello di delineare nuove strategie scientifiche e nuove formule organizzative, che consentano di applicare le più moderne tecnologie di informazione e comunicazione al settore della sanità e della tutela della salute, efficacemente, senza effetti negativi e di farlo al più presto, viste le criticità del tempo presente .La definizione più attuale  e idonea è stata formulata recentemente dal Professor A.V. Gaddi, Presidente della Società Italiana di Telemedicina ( e-Health – n. 88 sett/ott 2022 ,60-61)  “La telemedicina è quella componente della scienza medica che, grazie anche all’impiego di tecnologie avanzate (ICT e altre), aggiornata e sistematicamente applicata in tempo reale e nella vita reale, nonchè capace di coinvolgere contemporaneamente più attori, si prefigge lo scopo di incontrare e soddisfare i bisogni reali e percepiti dei malati, del personale sanitario e dei cittadini e di implementare la ricerca, al fine di migliorare l’utilità e l’efficacia della medicina in campo preventivo, predittivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo (…..), sia nell’ottica clinica, ovvero sull’individuo, sia in quella della sanità pubblica, ovvero sulla comunità. La telemedicina tende anche a superare le difficoltà legate alla distanza tra gli attori o alla localizzazione delle tecnologie, e si prefiggere, in subordine a quanto indicato sopra, la scopo aggiuntivo di ottimizzare processi di cura in termini di efficienza e appropriatezza, a parità di risultati in termini di efficacia».In questa ottica si inserisce la visione futura della Medicina che deve basarsi sul concetto che la “cura” non è più sufficiente e dobbiamo cercare di “non ammalarci” e la Telemedicina nella dizione di E-health deve servire a rendere possibile questa transizione. “Demedication” si definisce il passaggio dalla cura (la Chimica) alla prevenzione (Elettronics / Big Data) e si identifica nella Medicina Preventiva, che lavora al meglio quando si identificano i segni della malattia precocemente. La Medicina preventiva deve comprendere: 1) la prevenzione, 2) la predizione con interventi sul rischio, non sull’evento, 3) la personalizzazione, ovvero interventi non su scala di popolazione, ma sulle differenze individuali, in un continuum ideale di “Sistema Salute”, che sostituisca l’attuale forgiato sull’intervento sui sintomi e pertanto episodico. La tecnologia di monitoraggio della salute sarà il mezzo a supporto dei professionisti pronti a intervenire pro-attivamente per la diagnosi e il trattamento. Come si arriverà a superare i bisogni attuali di cura per arrivare alla “Demedication”? Attraverso tre passaggi fondamentali: 1) L’evoluzione delle strutture sanitarie; 2) La dematerializzazione dei device medici; 3) L’ architettura e l’organizzazione della “Nuova Casa della Salute.” La base di tutto e di tutti i tre passaggi deve insistere su una ricerca scientifica che aumenti le conoscenze nei singoli settori.  Queste vanno intese non solo in termini di “Intelligenza artificiale e Big Data”, ma sia di ricerca biomedica, come pure di ricerca sulla sostenibilità ambientale e architettonica dei nuovi spazi di cura che si identifichino nella “virtual clinic”, la corsia virtuale che mantenga, sempre e rigorosamente,  al centro di tutto il Paziente. La Medicina preventiva implica che nei prossimi dieci anni cambierà più dell’80% delle conoscenze e dei metodi di diagnosi, di terapia e soprattutto di prevenzione, con conseguente obsolescenza della maggior parte delle strutture sanitarie. E’ di 50 anni il  ciclo di vita di un’architettura socio-sanitaria . Un ospedale su 3 ha più di 70 anni secondo un dato Inail del 2015. Da qui l’importanza di declinare i 3 punti sovra-citati.

Punto 1) L’evoluzione delle strutture sanitarie prevede:

  1. flessibilità e resilienza, parole chiave
  • adattabilità
  • trasformabilità
  • prefabbricazione
  • edifici satelliti
  1. b) materiali innovativi attivi ed eco-attivi, parole chiave
  • materiali antivirali
  • materiali antibatterici
  • materiali fotocatalitici
  • prodotti di pulizia adeguati
  1. c) innovazione digitale: parole chiave
  • impianti
  • sistemi di ventilazione
  • telemedicina diffusa
  • sistemi Wearable
  1. d) prevenzione e promozione della salute: parole chiave
  • case di comunità
  • ospedali di comunità
  • centri di riabilitazione

Punto 2) La dematerializzazione dei device medici

Certamente un passo da gigante per la dematerializzazione si è fatto e si sta facendo con i sistemi “wearable” (cioè indossabili) interconnessi e ancora, attraverso sistemi bio-integrati epidermici, in grado di captare sintomi e segnali.  Esistono già sensori wireless che permettono di rilevare diversi parametri vitali ideali per il telemonitoraggio ad esempio del paziente con scompenso cronico a domicilio, quali frequenza cardiaca, respiratoria, elettrocardiogramma, temperatura, saturazione di ossigeno.  Tuttavia il sensore per la temperatura corporea sta evolvendo in biosensori wireless, che, oltre a monitorare la febbre, potranno rilevare infezioni precoci da inserzione di cateteri intravenosi, la temperatura del respiro per individuare infezioni respiratorie iniziali e ancora la temperatura di ferite chirurgiche in grado di segnalare un processo infettivo precoce o di allertare su un bendaggio troppo compressivo.  I sensori epidermici si stanno trasformando in biosensori che permetteranno di rilevare l’umidità della pelle, e quindi di misurare sia il sudore che il grado di idratazione, il pH e gli elettroliti, monitorando e distinguendo fluidi fisiologici, sudore, sangue…fino a ai livelli di cortisolo come indicatore di stress. Il futuro si prospetta senza limiti prevedibili nel campo dei bio-sensori epidermici, che, attraverso il sensing di un microchip, un meccanismo di comunicazione e feedback potranno arrivare   a monitorare le complicanze di infusioni venose a lungo termine, quali flebiti, infiltrazioni, stravasi, infezioni. Ancora biosensori wireless soffici e flessibili, applicabili con un semplice patch, ci permetteranno un monitoraggio respiratorio e polmonare senza spirometri invasivi, evitando cannule, cateteri e maschere che impegnano naso e bocca, facili da accettare sia da un neonato che dall’anziano fragile. Arriveremo ad avere impianti smart, da ingerire per vigilare su tutti i nostri organi. Potremo un giorno monitorizzare anche le protesi ortopediche, attraverso sensori in grado di rilevare la temperatura di una protesi, decriptando malfunzionamenti o infezioni. Arrivando al cuore, potremo valutare lo stato di salute delle valvole impiantate, attraverso mini-sensori e una mini-antenna, collocati sull’anello protesico durante l’intervento. Saranno in grado derivare la temperatura, i gradienti pressori, il flusso e la deformazione della valvola fino ad allertare su indici di deterioramento, trombosi e infezioni.

Punto 3) La “Nuova Casa della Salute” si deve declinare in più modalità:

  1. è Organizzazione che si basa su tre pilastri Territorio, Ospedale e l’interazione fra i due;
  2. è Architettura, con l’importanza dello spazio, che per i Pedagogisti, è il «terzo educatore». Troppo spesso dimentichiamo il valore del «luogo di cura», che deve intendersi come struttura digitale, sofisticata, eco-sostenibile, flessibile e resiliente;
  3. sono i Professionisti Sanitari. Nonostante le soluzioni per far fronte a COVID-19, dopo 15 anni sono stati tagliati dagli organici oltre 42.000 professionisti e, ad oggi, mancano all’appello circa 30.000 unità di personale, tra le quali 4000 medici. Il problema riguarda sia l’Ospedale che il Territorio. Un professionista sanitario non si forma in sei mesi e la medicina digitale è un’opportunità, ma richiede “competence” e verrà implementata se facilita, non sei complica. Purtroppo, la questione del personale ad oggi non rientra nei programmi di investimento PNRR;
  4. sono i Cittadini e gli Ammalati con necessità di adeguare l’offerta di assistenza e cura ad una popolazione che cala lievemente da un punto di vista demografico, ma nella quale aumentano il rapporto anziani/giovani e gli indici di dipendenza. Da un approccio «meccanicistico/medico-centrico» a uno «paziente-centrico», alla sfida della «collaborazione fra cittadini/pazienti e figure sanitarie».
  5. è Medicina e Life Science, sotto l’auspicio che la Medicina possa “modulare” la tecnologia e l’innovazione secondo i propri valori: accessibilità̀, uguaglianza, bisogni reali, continuità̀ di cura . La nostra società̀ non chiede più̀ solo “Sanità”, quindi il servizio o la prestazione, ma «Salute» e anche un’altra “Medicina”, altre modalità̀, altre relazioni, un’idea più̀ moderna di scienza. Dovremo probabilmente abituarci al confronto con una Medicina (e una ricerca che la alimenta) sempre meno dogmatica, nella quale la complessità̀ si può̀ indagare e governare solo con un approccio “olistico” e non “riduzionistico”, in altre parole “complesso” .

Rimangono dei problemi aperti: chi si incaricherà di raccogliere e usare tutti questi dati? Il paziente? No. Lo specialista? No. E che specialista in caso di patologie multiple? Il Medico di Medicina Generale? No. Si aprirà quindi un problema: il Governo si prenderà carico di pagare altri Medici soprattutto quelli di Medicina Generale, per un ulteriore lavoro? O incaricherà un servizio terzo? In conclusione la Telemedicina e l’Intelligenza Artificiale ci stanno portando molto, forse troppo rapidamente, ad un sistema di dematerializzazione dei devices medici, che attraverseranno ed entreranno nel corpo, una locomotiva per la transizione digitale, che comporterà un accumulo incalcolabile di dati. Allora se riusciremo a superare il punto della gestione dei big-data, oltre a problemi organizzativi, etici e di privacy si riuscirà ad arrivare al continuum ideale di “Sistema Salute” con cui si è iniziata questa trattazione dell’oggi che è già ieri. Lavorare per la Salute sarà sempre più difficile, sfidante, ma una sfida forse impareggiabile, comunque bellissima.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

  • Primo Congresso Nazionale: La Salute che verrà, Evoluzione e Rivoluzione; Sesto San Giovanni (Mi) 4-6 Ottobre 2022
  • Stefano Capolongo et al : Covid-19 and Healthcare Facilities. A Decalogue of Design Strategies for Resilient Hospitals; Acta Biomed 2020; Vol 9
  • Forum Risk Management, Intelligenza Artificiale  in Medicina: Metodo, Evidenze, Applicazioni, Formazione – Arezzo 22-25 Novembre 2022
  • La Sanità che vorrei. Digital Health: nuovi scenari per la Medicina Generale e Specialistica, Roma 16 Dicembre 2022

La telemedicina si fa Virtual

La telemedicina si fa Virtual

Grazie alle tecnologie di realtà aumentata (AR) e di realtà virtuale (VR) e alle competenze sviluppate, Vection Technologies offre strumenti all’avanguardia per aumentare le prestazioni in ambito healthcare e ridurre i rischi.

 

Di telemedicina – cioè della possibilità di erogare servizi sanitari a distanza attraverso dispositivi digitali, internet, software, applicativi – si parla ormai da tempo e ora, con l’accelerazione indotta dalla pandemia prima, e dagli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dopo, si sta portando nuova linfa al processo di innovazione e digitalizzazione, al fine di migliorare l’efficienza, l’efficacia e l’accessibilità dell’offerta di assistenza sanitaria.

Grazie alle tecnologie di realtà aumentata (AR) e di realtà virtuale (VR) e alle competenze sviluppate sul campo, Vection Technologies – società tecnologica dal DNA italiano, quotata all’Australian Securities Exchange (ASX) e negoziata sull’American OTC market (VCTNY) – è in grado di offrire strumenti all’avanguardia per aumentare le prestazioni in ambito healthcare.

Il focus risiede nella collaborazione in tempo reale tra specialisti, sia che essi si trovino in struttura sia che operino da remoto, rendendo più efficaci le sessioni di confronto multidisciplinare per la valutazione del caso clinico e permettendo supervisione e assistenza da remoto.

Le applicazioni delle tecnologie di AR/VR in ambito sanitario hanno potenzialità impattanti. Vection Technologies ha sviluppato una piattaforma proprietaria per la ricostruzione in 3D (tre dimensioni) di immagini biomediche, come ad esempio le immagini di scansioni DICOM. La visione tridimensionale, paziente specifico, in realtà aumentata può supportare i medici nella preparazione della procedura chirurgica, consentendo agli specialisti di prendere decisioni con una migliore comprensione della problematica oggetto di studio. Verrá inoltre favorita ed efficientata la collaborazione di team multidisciplinari, permettendo la collaborazione in simultanea e da remoto, il tutto nell’ottica di un considerevole abbattimento del rischio clinico e di un contenimento dei costi indiretti. (IMMAGINE 1)

In aggiunta, attraverso sistemi di apprendimento immersivo in virtual reality, il personale medico e infermieristico ha l’opportunità di sperimentare una formazione altamente innovativa e di aumentata efficacia, grazie soprattutto al maggior coinvolgimento nel processo di apprendimento esperienziale e alla possibilità di esercitare le proprie abilità in un ambiente sicuro. L’utilizzo della virtual reality per il training e la simulazione permetteranno al personale medico-sanitario di aggiornare la propria formazione in qualsiasi momento, consentiranno ai nuovi assunti di informarsi in breve tempo sulle procedure e i protocolli sanitari e garantiranno alla struttura di svolgere l’attività di formazione del personale in tempi decisamente inferiori e in spazi fisici in assenza di pazienti e fuori dall’operatività ospedaliera. Sarà infine possibile concordare con l’Azienda sanitaria di riferimento scenari di simulazione specifici, basati sui casi di più elevata rischiosità. (IMMAGINE 2)

La comunicazione empatica con il paziente verrà supportata in sede di formazione in modalità role play (il medico potrà simulare la visita dal punto di vista del paziente) e sarà facilitata dall’utilizzo della realtà virtuale in sede di colloquio con il paziente. Quest’ultimo potrà, infatti, comprendere con maggior immediatezza e facilità il contenuto terapeutico comunicato dal medico, grazie alla visualizzazione in tempo reale e tridimensionale. (IMMAGINE 3)

Se la trasformazione digitale in ambito sanitario è ormai un imperativo, la sfida risiede nel procedere rispondendo ai bisogni dei pazienti, offrendo loro maggiore formazione, servizi di consulenza e accessibilità agevolata. Il paziente necessita di essere accompagnato lungo il suo percorso di cura, anche da un punto di vista logistico dal momento dell’accoglienza presso la struttura sanitaria. La tecnologia XR Kiosk, ad esempio, offre ai pazienti e ai loro caregiver un supporto tempestivo utile all’espletamento di operazioni di registrazione e pagamento e di guida interattiva all’interno della struttura fino al raggiungimento dell’ambulatorio di interesse. (IMMAGINE 4)

Vection Technologies si propone come partner nel processo di innovazione che sta investendo l’organizzazione sanitaria, portando il know-how medico-tecnico-scientifico al livello successivo e sviluppando modelli che promuovano vantaggi per tutte le parti coinvolte nel processo: personale sanitario, pazienti e struttura.

 

Rapporti tra istituzioni attraverso interlocutori certi

RAPPORTI TRA ISTITUZIONI ATTRAVERSO INTERLOCUTORI CERTI

di Enzo Delvecchio – Responsabile delle Relazioni Istituzionali SIT (Società Italiana di Telemedicina)

 

La mancata istituzione/conferma di un Ministero all’Innovazione tecnologica e alla transizione digitale nel nuovo Governo Meloni, continua ad alimentare dibattito. Sul sito del Dipartimento per la trasformazione digitale, campeggia ancora a caratteri chiari quella che è (era?) la sua mission: “Vogliamo promuovere l’innovazione, la digitalizzazione dei servizi pubblici, l’adozione delle nuove tecnologie, mettendo al centro le persone, le comunità, i territori, e basando il nostro lavoro sulla collaborazione tra il pubblico e il privato, in Italia e all’estero.”

Una scelta che sta continuando ad alimentare dubbi poiché molti non ne comprendono fino in fondo le ragioni, tanto più se si tiene conto che il PNRR ha destinato alla transizione digitale circa il 27% dei suoi fondi, ben 14 miliardi di euro. Se così è, si dedurrebbe che sotto una regia centralizzata della Presidenza del Consiglio, vi sarà una connessione trasversale e orizzontale tra i vari Ministeri. Bene, una nuova prospettiva da cui partire e dalla quale poter trarre spunti positivi. Società come la nostra SIT – che si muovono nell’alveo della ricerca medico-scientifica promuovendo attività di ricerca, sviluppo, formazione, finalizzate anche a favorire la crescita culturale e la sinergia tra  medici, operatori sanitari ed esperti, al fine di migliorare la qualità di vita dei Cittadini – hanno bisogno di riferimenti ed interlocuzioni certe.

La spesa sanitaria in Italia cuba circa il 7% del PIL, la pandemia (non ancora lasciata alle spalle) ha evidenziato numerosi nervi scoperti e il SSN italiano è ancora uno dei più arcaici dal punto di vista dell’innovazione. Ecco perché la sanità digitale, la telemedicina, la connessione tra ospedali e territorio, la medicina di prossimità, la riduzione delle liste d’attesa, la gestione delle cronicità e molto altro devono essere il perno principale di un dibattito intrapreso tra interlocutori certi. Il nostro contributo scientifico, frutto della grande esperienza di tanti professionisti che senza scopo di lucro continueranno ad offrire al Paese, ha bisogno innanzitutto di avere certezze e fiducia in coloro che detengono il potere decisionale.

Se è così, allora ben venga una gestione delle risorse del PNRR suddivisa per Ministeri di competenza. Sapere che il Ministero della Salute – magari assegnando un delega ad hoc sulla sanità digitale – insieme a tanti altri organismi intermedi si farà carico di coordinare la spesa, gli investimenti e gli interventi in materia, ci pone nella condizione di interfacciarci con più serenità ed efficacia nei confronti delle imminenti sfide che ci attendono.

Noi siamo pronti a fare rete, a creare sistema, a consolidare relazioni istituzionali con tutti coloro che hanno il dovere di dare risposte serie ai bisogni del Paese. Facciamolo bene e meglio. Facciamolo presto.

GPI, Responsabilità, Passione e Tecnologia per i modelli organizzativi della Sanità italiana

Dottor Manzana, ci racconti come nasce GPI e su quali valori punta nel proprio percorso di crescita

Siamo nati oltre 30 anni fa (nel 2023 festeggiamo il nostro 35esimo).
Negli anni ’80 l’informatica galoppava a cifre stratosferiche. Ma gli Ospedali erano il fanalino di coda, la tecnologia faticava a entrare in quel mondo. Gpi è nata per dare risposte alle esigenze che emergevano da quel mondo, ecco le nostre origini. E siamo ancora qui, molto cresciuti, ma sempre con lo stesso obiettivo: stare al fianco degli erogatori dei servizi socio-sanitari mettendo a disposizione soluzioni e servizi che contribuiscano a migliorare la vita delle Persone.

Questo valore costitutivo, l’avere cura della Persona, ci caratterizza da sempre. È una scelta di fondo, un valore portante. Gli altri valori che ci guidano, e ci guideranno anche nel futuro, sono l’Etica, intesa come volontà di agire con correttezza e trasparenza; la Responsabilità, intesa come consapevolezza che ciò che facciamo impatta sulla sostenibilità dei sistemi sanitari e sulla vita dei Cittadini; la Passione, intesa come qualità di fondo necessaria per affrontare le sfide che l’Impresa affronta.

 

Qual è il vostro approccio al mercato della Sanità?

L’accelerazione di consapevolezza sulla necessità di costruire un nuovo modello di sanità impressa dalla pandemia, ci ha restituito un’importante conferma rispetto a coerenza e correttezza della nostra visione del sistema sanitario del futuro.
Le tecnologie informatiche sono necessarie, ma non sufficienti. Fondamentale è invece conoscere le dinamiche e il funzionamento del sistema sanitario e disporre di adeguate competenze e pluriennale esperienza sul campo.
Gpi mette a disposizione la tecnologia, fattore abilitante per concretizzare e implementare servizi/soluzioni, ma anche la capacità di evolvere gli attuali modelli di cura verso modelli di tipo predittivo, proattivo e personalizzato, per mettere al centro il paziente e le sue necessità.

Il percorso che abbiamo tracciato per lo sviluppo segue direttrici precise, che testimoniano e traducono il nostro approccio, la nostra strategia, perché abbiamo deciso dove vogliamo arrivare e stiamo seguendo un percorso chiaro. Perché sappiamo di voler essere sempre più globali, rafforzando il posizionamento a livello internazionale, con focus primario in ambito trasfusionale e di automazione del farmaco;

sempre più protagonisti, consolidando e incrementando la presenza sul mercato nazionale in linea con il modello di innovazione dei modelli di cura; sempre più sicuri e interconnessi: diventando il punto di riferimento in ambito virtual care, mantenendo alta l’attenzione alla sicurezza dei dati sanitari, con un focus particolare sulla Cybersecurity; sempre più innovativi: continuando a investire in innovazione, ricerca e sviluppo, per cogliere le sfide e le opportunità di mercato.

 

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di GPI a queste sfide?

La tecnologia è uno strumento, un mezzo. Il digitale è l’asse portante delle trasformazioni in atto, dal green alla salute. La tecnologia offre opportunità che i mondi dell’economia, della finanza e delle imprese possono/devono cogliere (Next Generation EU e PNRR forniscono le linee guida).

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, peraltro, imprime un’importante spinta al disegno di un modello di sanità più moderno, interconnesso e resiliente agli shock, in contrapposizione con il modello attuale, basato sostanzialmente sulla centralità dell’ospedale come luogo di cura, e sulla risposta sostanzialmente reattiva agli episodi acuti.

Queste ingenti risorse porteranno a un potenziamento della capacità di prevenzione e cura a beneficio di tutti i cittadini, favorendo un accesso equo e capillare alle cure, e alla promozione dell’utilizzo di tecnologie innovative nella medicina. Il piano prevede, infatti, di finanziare le strutture territoriali, potenziando i servizi di assistenza domiciliare, anche attraverso strumenti di telemedicina e l’applicazione delle nuove tecnologie.

Gpi opera all’interno di questo contesto ed è uno dei player di riferimento. Il nostro approccio continua e continuerà a essere coerente con i valori che ci caratterizzano: fare Impresa creando benefici sociali e ridistribuendo il valore che produciamo.

Guardiamo al benessere della collettività come “motore” dell’innovazione di sistema a vantaggio di tutti i portatori di interesse.

 

Ci parli dei Vostri progetti più rilevanti per il futuro

Le aree di innovazione e ricerca di Gpi sono orientate all’intelligenza artificiale e al contributo che può dare in materia di deep learning, machine learning, reti neurali e One Health.
POHEMA, la nostra soluzione dedicata al Virtual care certificata MDR, è una piattaforma componibile di software servizi e dispositivi indossabili che consente la stratificazione della popolazione secondo la piramide di Kaiser, l’arruolamento del paziente in base al suo stadio e in base ai programmi di intervento regionali o locali, e l’erogazione di servizi di telemedicina e care management in grado di garantire continuità terapeutica.

 

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: quali sono stati i pilastri vincenti di questa collaborazione?

Il Virtual Care e la telemedicina in generale rappresentano un asset della GPI ed allo stesso tempo materia di evoluzione e innovazione, così come la storia recente ci dimostra che si tratta di strumenti potenti arruolabili nei processi di evoluzione del SSN, soprattutto nelle sue dimensioni territoriali. La SIT è un interlocutore importante, perché fa il suo lavoro di Società Scientifica, stimola il livello istituzionale, normativo, ma allo stesso tempo stimola gli interlocutori sul mercato, che non possono costruire soluzioni efficaci, in assenza di confronti, così come è un interlocutore delle associazioni. In questo contesto GPI, operatore di mercato, che produce tecnologia e modelli organizzativi per il Virtual Care, trova e può continuare a trovare nella SIT un luogo di confronto nodale, di sintesi e di scoperta dei limiti e del potenziale ancora nascosto.

 

 

Care Map, CompuGroup Medical presenta il direttore d’orchestra per il patient journey

Ingegner Pravettoni, ci racconti come nasce CGM e su quali valori punta nel proprio percorso di crescita

CompuGroup Medical SE & Co. KGaA (CGM) è un’azienda di sanità elettronica leader a livello mondiale che progetta e realizza soluzioni software per aiutare ambulatori medici, farmacie, studi odontoiatrici, ospedali, e istituzionali sanitarie nelle attività mediche ed organizzative.

La storia di CompuGroup Medical inizia nel 1997 dalle parole del suo fondatore Frank Gotthardt: “Nobody should suffer or die because at some point medical information was missing.”

In virtù di questa vision, possiamo davvero dire che oggi CGM è l’unica realtà della Sanità Elettronica in Italia che, grazie alla tecnologia interconnessa, è in grado di agevolare la relazione tra cittadini-pazienti con medici e farmacie ovunque si trovino. L’azienda raggiunge 30 milioni di cittadini tramite le farmacie clienti e tramite i servizi di consegna a domicilio e 20 milioni di Fascicoli Sanitari Elettronici grazie ai propri software.

CGM in Italia, inoltre, si propone quale partner strategico di sistema, anche agli interlocutori istituzionali, con una mission volta a soddisfare gli obiettivi del PNRR: porre la tecnologia – e la conoscenza che essa può generare attraverso la condivisione di informazioni strutturate – al servizio del cittadino-paziente e del Sistema Sanitario Nazionale e di tutti i professionisti sanitari.

La presenza nel Gruppo di CGM TELEMEDICINE, la divisione dedicata alle tecnologie in ambito telemedicina, rappresenta la risposta di CGM alla sempre più crescente domanda di soluzioni informatiche professionali e certificate a supporto dei processi di prevenzione, diagnosi e monitoraggio che potranno essere svolti anche a distanza, a domicilio e quindi più tempestivamente

Qual è il vostro approccio al mercato della Sanità?

In Italia, CGM fornisce soluzioni software e servizi a 30.000 utenti, tra medici di medicina generale, pediatri, farmacie, medici specialisti e poliambulatori, oltre che ad amministrazioni pubbliche, Ospedali/Asl e pazienti. In virtù di questo posizionamento, CGM è l’unica realtà della Sanità Elettronica in Italia a raggiungere, al contempo, cittadini/pazienti, medici e farmacie, e a integrare percorsi di prevenzione e cura a beneficio sia degli operatori sanitari che degli assistiti.

In aggiunta, con oltre 20 anni di esperienza nella progettazione, sviluppo e consulenza di soluzioni integrate Software/Piattaforme e Hardware/Dispositivi, la divisione CGM TELEMEDICINE realizza soluzioni di Telemedicina integrate, modulari e scalabili, progettate per semplificare la presa in carico e gestione del paziente, ridurre le ri-ospedalizzazioni, avvicinare le pratiche sanitarie in prossimità dell’assistito e monitorare pazienti cronici al proprio domicilio.

Digitalizzazione e Innovazione: qual è l’approccio di CGM a queste sfide?

La tecnologia non deve mai essere fine a sé stessa; il nostro approccio è quello di progettare tecnologia per gli operatori sanitari, creando l’ambiente di lavoro ideale per svolgere il proprio mestiere: prendersi cura di chi ne ha bisogno.

Grazie all’innovazione e alla digitalizzazione integriamo e miglioriamo i processi rendendo disponibili informazioni cliniche o amministrative nel modo e nel tempo più idoneo, nel rispetto della sicurezza e a tutela della privacy. Nell’ambito della telemedicina, grazie alle soluzioni certificate medical device IIa, supportiamo ospedali pubblici e privati nei processi post-ricovero e riabilitativi, ad esempio con dei verticali specifici per in ambito cardiologico, oltra alla gestione di assistiti con cronicità anche informatizzando Centrali Operative multidisciplinari e multilivello per il coordinamento e gestione delle attività di telemonitoraggio e per l’esecuzione al domicilio di esami in telerefertazione; inoltre abbiamo accompagnato ASL e Regioni nella gestione ed erogazioni di prestazioni in telemedicina realizzando la sanità di prossimità. Chiaramente supportiamo anche le farmacie e ambulatori nella gestione integrata di prestazioni di telemedicina con complete soluzioni di Point of Care e specifici verticali di telemonitoraggio per tipologia di patologia.

Le specificità della piattaforma CGM CARE MAP che coordina e connette tutte le attività citate consentono di rispondere alle esigenze di un approccio integrato, modulare e scalabile; infatti consente di attivare i moduli di presa in carico e di telemedicina necessari per il caso d’uso specifico, integrare soluzioni pre-esistenti e di adattarsi alle necessità tipiche sia del piccolo ambulatorio, sia della struttura complessa come può essere un grande ospedale, regione o centrale operativa.

Ci parli dei Vostri progetti strategici per il futuro

A fianco al costante supporto agli operatori sanitari, da tempo investiamo nella digitalizzazione di diversi “patient journey” che permettono al paziente ad esempio di gestire agevolmente percorsi come la prenotazione di una visita medica, la gestione di una prescrizione elettronica, la prenotazione e consegna del farmaco, il monitoraggio di parametri vitali fino al follow-up finale. In particolare, con le soluzioni di CGM TELEMEDICINE è già possibile supportare in maniera coordinata ed integrata modelli di erogazione sia classici che innovativi, cito ad esempio: PDTA che prevedono attività in telemonitoraggio, o diagnostica con refertazione remota integrata alle attività in farmacia, ambulatorio o assistenza domiciliare. I modelli di erogazione possono essere completi e distribuiti o più semplicemente gestire l’erogazione di specifiche soluzioni specialistiche personalizzate (ad es. per patologia), cooperanti con altre applicazioni di CGM o di terze parti; il tutto a vantaggio sia dell’operatore sanitario e sempre più anche dell’assistito che beneficia di percorsi di prevenzione, diagnosi e cura integrati, completi e fruibili.

Il rapporto tra la Vostra organizzazione e SIT: perchè questa collaborazione?

Condividiamo completamente le finalità di SIT: lavorare in maniera coordinata per la “crescita culturale e professionale dei Medici e degli Operatori sanitari nel campo della Telemedicina, nonché migliorare l’erogazione e della fruizione dei servizi sanitari a favore dei Cittadini, contribuendo così all’innalzamento della loro qualità di vita”.

Tali finalità si traducono anche in attività di condivisione e diffusione di best-practice maturate non più solo durante brevi o isolate fasi “pilota” ma anche da esperienze ormai consolidate e “a regime”; da qualche tempo, infatti i clienti serviti da CGM, sia che essi siano ospedali pubblici o privati, regioni, farmacie, ambulatori, Italiani o internazionali ecc. hanno, chi prima e chi dopo, introdotto stabilmente prestazioni in telemedicina nei propri programmi di cura; questo ha permesso a CGM TELEMEDICINE di affrontare nel tempo e superare tante sfide organizzative, tecnologiche, di processo che possono essere messe a fattor comune favorendo una più rapida diffusione consapevole, efficiente ed efficace della telemedicina, nello spirito che contraddistingue la SIT.

I casi di successo esistono in tutti gli ambiti di prevenzione, diagnostica e cura e non occorre sempre re-inventare ma è possibile far tesoro dell’esperienze.

Alberto Pravettoni